PESARO Piante acquatiche, colorate carpe giapponesi, pesciolini rossi, pavoni, senza dimenticare anatre e oche (pennuti da rimpinguare dopo i tre furti). Flora e fauna per la riserva protetta del Miralfiore, che il Comune vuole inaugurare va da sé in primavera, sono già stati ordinati, ma prima di liberarli nell’area naturalistica e nei fondali dei tre laghetti artificiali ci devono essere tutte le condizioni di sicurezza che al momento mancano. Circa 8 ettari da decenni inaccessibili, sui 23 totali del parco, dove non esiste più la recinzione sul lato Foglia, per capirci al confine del Campo scuola e dell’Athletic club. L’hanno tolta gli operai del Consorzio di bonifica per realizzare i lavori di pulizia e innalzamento degli argini contro il rischio esondazioni.
Opere che dovrebbero concludersi in tempi brevi, il Consorzio ha assicurato al Comune di rimettere al suo posto il recinto entro marzo. E questa sembra essere diventata la ”condicio” indispensabile per andare avanti e riaprire la riserva protetta dove, sfidando le giornate gelide, fervono i lavori di allestimento documentati passo, passo sui social dall’assessore alla Operatività Enzo Belloni.
L’area naturalista
«Senza la recinzione non possiamo andare avanti nell’area naturalistica con i tre laghi, il tunnel subacqueo e le casette per gli avvistamenti - mette in chiaro Belloni -, ci abbiamo investito circa 40.000 euro e non vogliamo che l’habitat venga messo in pericolo dai soliti sconsiderati che si introducono nel parco fuori dagli orari di apertura. Basta un niente». La messa in sicurezza del Miralfiore è ormai un disco rotto, debellata (sembra) la malavita legata soprattutto allo spaccio, i malintenzionati sono sempre in agguato. «Se faremo altri tagli nel sottobosco? Non servono più al momento, la pulizia è stata necessaria solo per ragioni di sicurezza, il parco non deve mica diventare un giardino all’italiana». Il progetto per la riapertura dell’oasi si rifà a un piano realizzato fra il 2000 e il 2009 da naturalisti (come dimenticare l’opera di Massimo Pandolfi?), agronomi e paesaggisti per unire le tracce del passato alla salvaguardia della natura.
«Abbiamo ordinato nuove piante acquatiche che ossigeneranno gli stagni e faranno tornare la vita, sono in arrivo le carpe koi e i pesciolini rossi - spiega l’assessore Belloni -. Ma lo scopo è anche un altro, se non si mettono i vegetali palustri gli aironi mangiano i pesci che non hanno un rifugio dove nascondersi. Ma senza un recinto sicuro si introducono le nutrie che fanno fuori le piante acquatiche. Il nostro obiettivo è ricreare un habitat dove tutte le forme di vita coesistano in armonia». Saranno posizionate inoltre le casette per il birdwatching e l’osservazione di api e farfalle. Un punto di avvistamento degli uccelli, svariate specie di circa 200 volatili tra aironi cenerini, cormorani, gallinelle, martin pescatori e anatre domestiche. Il tutto per favorire la biodiversità.
Il tunnel e le novità
«Stiamo ultimando poi la riapertura del tunnel subacqueo tra i due stagni da dove osservare la vita sommersa - afferma Belloni -, insomma è tutto pronto a riaprire con un nuovo calendario, anche per le scuole. A partire da aprile, le visite sono in programma ogni primo weekend del mese per una sorta di stradomenica green insieme al mercatino dei giocattoli Miraviglia per le materne, elementari e medie. Ma ci arrivano proposte di continuo, quindi il progetto è in divenire e all’insegna della partecipazione. Con l’aiuto della Protezione civile comunale per la vigilanza, ma anche di Banca di Pesaro e onlus Gulliver. Sempre operativi al Miralfiore, una riserva verde ad appena un chilometro da piazza del Popolo».
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