Maturità, Pesaro sfiora l'en plein dei promossi: ecco quali sono gli istituti da 100 e lode

Maturità, Pesaro sfiora l'en plein dei promossi: ecco quali sono gli istituti da 100 e lode
​Maturità, Pesaro sfiora l'en plein dei promossi: ecco quali sono gli istituti da 100 e lode
di Vèronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Luglio 2022, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:58

 PESARO Ottimi risultati per i maturandi 2022 degli istituti superiori di Pesaro. Dopo due anni di pandemia e di lezioni di cui uno dove si sono alternati lezioni in presenza e online hanno bene affrontato gli esami “tradizionali” con le temute prove scritte. Dai voti finali trasmessi all’ufficio scolastico provinciale, risulta che sei dei setti istituti  cittadini  hanno raggiunto il 100% dei maturi. Un vero en plein per il Liceo Mamiani, l’artistico Mengaroni, lo scientifico Marconi, il tecnico Bramante Genga, il professione Benelli, il Santa Marta.

I risultati istituto per istituto

L’agrario  Cecchi l’ha però  sfiorato con il 98, 56%.

Particolarmente alta la percentuale degli studenti che hanno raggiunto l’ambito 100. Soprattutto nei licei. Al classico, economico sociale e linguistico Mamiani 13%, all’artistico Mengaroni 10%, allo scientifico, musicale e coreutico Marconi 8,22% poi all’alberghiero Santa Marta 5,26%, al tecnico agrario Cecchi 4,81%, al tecnico tecnologico Bramante Genga 3,84%, all’industria e artigianato Benelli 3,84%. Mentre hanno ottenuto l’ambita lode il 7% dei maturandi del Mamiani, il 6,25 % del Marconi, il 5 % del Mengaroni e il 3,84% del Bramante Genga. Negli altri istituti le percentuali sono molto più basse, si tratta spesso di uno solo studente. Dati che, per il preside dei presidi, Riccardo Rossini, attuale dirigente  del liceo scientifico Guglielmo Marconi ma che, a fine agosto, assumerà la guida dell’istituto agrario Cecchi, a Villa Caprile, fotografano sicuramente lo stato reale delle loro conoscenze ma non significa che sono stati sottoposti agli stessi esami superati dai maturandi del pre covid. «Considero – osserva Riccardo Rossini - che gli esami tutto sommato sono stati facilitati. Ed è palese dai risultati stessi. Salvo uno o forse due casi, tutti gli studenti sono stati promossi. Già in partenza sono cambiate le percentuali nel voto finale della valutazione dell’anno scolastico e quella degli esami. Dal rapporto 40-60 siamo passati al 50-50. Poi, la seconda prova è stata preparata dalla commissione interna anziché dal Ministero. Quindi praticamente la prova è stata tarata su quello che si è studiato in classe, sul programma effettivamente svolto in classe. Pertanto, tutta una serie di cose che hanno reso volenti o nolenti l’esame più facile, in qualche modo edulcorato, se si vuole confrontare la prova con quella dei maturandi che negli anni prima del Covid hanno dovuto superare».

Un patrimonio di conoscenze

Esami che potrebbero essere un indicatore che il patrimonio delle conoscenze di chi affronterà il primo anno di università sarà più debole di quello degli studenti degli anni precedenti? Risponde Roberto Lisotti, il preside del liceo classico Mamiani: «È vero che la commissione interna ha necessariamente influenzato la difficoltà degli esami ma non significa che gli studenti non saranno pronti per affrontare scuole, atenei, università molto più impegnative. Perché - spiega - non sono le conoscenze acquisite al liceo che aiuteranno lo studente nel suo percorso universitario. Le conoscenze, in qualche modo, si recuperano, è sempre possibile compensare le lacune ma il metodo di studio, la capacità di applicarsi, la rapidità con cui lo studente riesce a calarsi, ad adeguarsi ad una precisione dimensione di studio è questo che fa la differenza e deve far parte del percorso che prepara alla maturità».

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