PESARO «Parlerò dopo l’incontro con Enrico Letta». Matteo Ricci si gioca le ultime ore sulle tracce di una residua possibilità di candidatura alle Politiche nell’incontro di questa mattina a Roma intorno alle 12 per «ulteriori chiarimenti in vista delle elezioni politiche».
Che tradotto in accettabili possibilità significa individuare una modalità per non lasciare Pesaro a un commissario. Ma in realtà il sindaco di Pesaro ha già deciso, scegliendo nell’attesa dell’ufficialità di seminare una traccia molto significativa, quanto paludata, nel suo profilo Facebook. Il testo scritto di suo pugno è dedicato all’UlisseFest e alla Città della Cultura 2024 e si conclude così: «Riguardare le immagini di quei giorni ci dà la carica per resistere fino alla prossima edizione, ci vediamo nel 2023». E il rendez-vous sarà certamente indossando la fascia tricolore.
L'ipotesi
L’ipotesi di lasciare la città a una figura prefettizia non ha mai sfiorato la mente di Ricci che invece ha atteso che la verità sulla norme - complesse e farraginose - si dipanasse rivelando che il Purgatorio elettorale riguarda solo i sindaci e nessun’altra carica istituzionale.
Il precedente
La storia si ripete nel 2022 e molto probabilmente si concluderà con lo stesso esito: la rinuncia alla candidatura e un credito ancora più grande da intascare. Perché questa volta c’è in gioco uno storico salto di qualità della città e non solo: salto di qualità tutto da realizzare perché palesemente il maxi casco di Valentino non basta, ma siamo ancora protagonisti di una partita aperta e giocabile.Nell’anno della Città della Cultura si voterà anche per le Europee e chissà che per Matteo Ricci, portata a casa l’ambiziosa scommessa, non si prospettino anni da pendolare tra Pesaro e Strasburgo. O una terza chances appesa alla fragilità del prossimo governo che se, demolendo le italiche abitudine, arrivasse alla naturale fine corsa, troverebbe un Matteo 50enne con tutta la vita davanti. S tia in gamba anche Enrico Letta perché una scalata ai vertici del partito per il sindaco di Pesaro non è certo un libro dei sogni. Eventualità che a detta di molti suoi amici, potrebbe rappresentare il palcoscenico più adatto alle sue inclinazioni, in cui meglio potrebbe esprimere i suoi talenti. E chissà che il tetro Pd che nemmeno suda diventi la ruota panoramica da cui guardare il futuro.