Elezioni politiche, per Ricci la storia si ripete 10 anni dopo: no da presidente e da sindaco ma oggi vede Letta

Elezioni politiche, per Ricci la storia si ripete 10 anni dopo: no da presidente e oggi da sindaco ma oggi vede Letta
Elezioni politiche, per Ricci la storia si ripete 10 anni dopo: no da presidente e oggi da sindaco ma oggi vede Letta
di Silvia Sinibaldi
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:18

PESARO «Parlerò dopo l’incontro con Enrico Letta». Matteo Ricci si gioca le ultime ore sulle tracce di una residua possibilità di candidatura alle Politiche nell’incontro di questa mattina a Roma intorno alle 12 per «ulteriori chiarimenti in vista delle elezioni politiche».  

Che tradotto in accettabili possibilità significa individuare una modalità per non lasciare Pesaro a un commissario. Ma in realtà il sindaco di Pesaro ha già deciso, scegliendo nell’attesa dell’ufficialità di seminare una traccia molto significativa, quanto paludata, nel suo profilo Facebook. Il testo scritto di suo pugno è dedicato all’UlisseFest e alla Città della Cultura 2024 e si conclude così: «Riguardare le immagini di quei giorni ci dà la carica per resistere fino alla prossima edizione, ci vediamo nel 2023». E il rendez-vous sarà certamente indossando la fascia tricolore.

L'ipotesi


L’ipotesi di lasciare la città a una figura prefettizia non ha mai sfiorato la mente di Ricci che invece ha atteso che la verità sulla norme - complesse e farraginose - si dipanasse rivelando che il Purgatorio elettorale riguarda solo i sindaci e nessun’altra carica istituzionale.

C’è una palpabile amarezza in lui e nelle persone del suo entourage fermamente convinte che in veste di parlamentare, Matteo Ricci avrebbe saputo dare il suo apporto. Amarezza legata anche a una sorta di destino ingeneroso che per la seconda volta, nell’arco di 10 anni, lo lusinga con una possibile candidatura alle Politiche e poi lo blocca per rimanere fedele al suo ruolo istituzionale. Era l’ottobre del 2012, l’anno del nevone che aveva messo in ginocchio l’intero territorio: si avvicinava a passi da gigante il declassamento degli Enti provinciali e in via Gramsci spirava il vento gelido del default. Matteo Ricci 35enne presidente della Provincia, accarezzava l’idea della competizione elettorale fissata per il 24 e 25 febbraio del 2013. I tempi stavano scadendo, le dimissioni da presentare 120 giorni prima del ritorno alle urne erano inderogabili. Con crudeltà preventiva lo apostrofavano Schettino, il comandante che all’Isola del Giglio, proprio in quel gennaio aveva abbandonato la nave prima del naufragio. Ma il 20 ottobre dell’anno maledetto Matteo Ricci convocò una conferenza per annunciare che sarebbe rimasto nel suo studio al secondo piano. Nonostante il paesaggio fosse torvo e funesto. Però il sacrificio di carriera gli garantì un credito che negli anni successivi ne ha fatto un sindaco discusso e amato.

Il precedente


La storia si ripete nel 2022 e molto probabilmente si concluderà con lo stesso esito: la rinuncia alla candidatura e un credito ancora più grande da intascare. Perché questa volta c’è in gioco uno storico salto di qualità della città e non solo: salto di qualità tutto da realizzare perché palesemente il maxi casco di Valentino non basta, ma siamo ancora protagonisti di una partita aperta e giocabile.Nell’anno della Città della Cultura si voterà anche per le Europee e chissà che per Matteo Ricci, portata a casa l’ambiziosa scommessa, non si prospettino anni da pendolare tra Pesaro e Strasburgo. O una terza chances appesa alla fragilità del prossimo governo che se, demolendo le italiche abitudine, arrivasse alla naturale fine corsa, troverebbe un Matteo 50enne con tutta la vita davanti. S tia in gamba anche Enrico Letta perché una scalata ai vertici del partito per il sindaco di Pesaro non è certo un libro dei sogni. Eventualità che a detta di molti suoi amici, potrebbe rappresentare il palcoscenico più adatto alle sue inclinazioni, in cui meglio potrebbe esprimere i suoi talenti.  E chissà che il tetro Pd che nemmeno suda diventi la ruota panoramica da cui guardare il futuro.

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