Marotta, cucivano Nike e Adidas:
scoperta palazzina centrale del falso

Marotta, cucivano Nike e Adidas: scoperta palazzina centrale del falso
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Venerdì 3 Agosto 2018, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18:03
MAROTTA - Oltre mille capi di abbigliamento, scarpe, cappellini e borse abilmente contraffatte e 13 ambulanti senegalesi denunciati alla procura della Repubblica di Pesaro dai carabinieri della stazione di Marotta.
Erano giorni che i carabinieri della stazione di Marotta seguivano gli spostamenti dei giovani africani che ogni giorno percorrono con gli immancabili bustoni celesti le spiagge tra Fano, Marotta e Senigallia, proponendo a prezzi stracciati l’acquisto di capi di abbigliamento, scarpe e borse della moda del momento abilmente contraffatti. Ed è stato così che i carabinieri operanti hanno individuato il punto di raccolta degli improvvisati commercianti: una fatiscente palazzina lungo la statale Adriatica, in località Ponte Sasso, composta da una decina di appartamenti affittati per lo più ad extracomunitari. La certezza che quella fosse la centrale di stoccaggio e smistamento dove si rifornivano i venditori al dettaglio, è arrivata quando i carabinieri di Marotta hanno notato sopraggiungere il furgone di un corriere che ha scaricato davanti all’ingresso dello stabile alcuni grossi pacchi. A ritirarli un senegalese, volto già noto agli operanti per i suoi trascorsi giudiziari proprio per commercio illegale di marchi contraffatti, che alla vista dei militari ha cercato in modo goffo di disfarsi dei pacchi ma è stato ovviamente fermato. Da una rapida verifica i carabinieri operanti hanno accertato che all’interno erano occultate tantissime paia di scarpe senza loghi o marchi ma repliche perfette di uguali calzature griffate. Le ricerche estese agli appartamenti dello stabile hanno permesso di recuperare circa un migliaio di capi di abbigliamento, pelletteria, scarpe e cappellini delle più note griffe tra le quali Adidas, Nike, Moncler, Woolrich, Gucci, ArmaniJeans, Polo Ralph Lauren, solo per citarne alcune, nonché centinaia di etichette di varia forma e fattura dei detti marchi. Nel grosso stabile dove un appartamento era stato adibito a laboratorio clandestino per l’assemblaggio di materiale contraffatto con tanto di macchine da cucire ed etichettatrici a caldo professionali; all’arrivo dei militari, infatti, uno dei denunciati era intento a cucire su un paio di pantaloncini le etichette di ArmaniJeans mentre altri ad incollare sulle scarpe i loghi di Adidas e Nike.
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