Marotta, caporalato nei cantieri
dell'A14: confermate le due condanne

Marotta, caporalato nei cantieri dell'A14: confermate le due condanne
di Luigi Benelli
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Sabato 10 Novembre 2018, 10:22
MAROTTA-  Caporalato per i cantieri dell’A14 a Pesaro, la Cassazione conferma le condanne ai due imputati. Dopo quasi 6 anni dal primo esposto in procura presentato dalla Cgil di Pesaro Urbino, la Corte di Cassazione ha infatti confermato la condanna definitiva dei due imputati alla pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di estorsione e tentata estorsione ai danni di diversi lavoratori edili impiegati nel cantiere della terza corsia dell’A14 e iscritti alla Fillea Cgil. Il cantiere era nella zona tra Fano e Marotta.
 Secondo le indagini in alcuni casi i caporali si facevano consegnare soldi: a tre operai sono stati chiesti dai 500 ai 700 euro su stipendi di poco superiori ai mille. La Cassazione ha confermato il risarcimento danni pari a 1.000 euro alla Cgil provinciale che al processo si era costituita in giudizio come parte civile in virtù dei propri principi statutari. I soldi del risarcimento saranno devoluti alla “Fattoria della Legalità” di Isola del Piano. Roberto Rossini e Giuseppe Lograno, segretario generale Cgil e segretario generale Fillea Cgil, sono soddisfatti di questa battaglia per i diritti. «Durante i lavori dell’ampliamento della A14 abbiamo denunciato le estorsioni che diversi lavoratori stavano subendo da parte di due “caporali” i quali – scrivono Rossini e Lograno - pressoché indisturbati, minacciavano e imponevano ai lavoratori di farsi versare buona parte del loro stipendio accompagnandoli direttamente in banca per fare i prelievi. Si trattava di appalti pubblici che finivano nelle mani di delinquenti che reclutavano persone del luogo bisognosi di lavorare, facendo promesse non mantenute. Dopo aver iniziato l’attività, questi lavoratori scoprivano le reali intenzioni, ma si vedevano costretti ad accettare pur di mantenere il lavoro, la riduzione della paga oraria consentendo così ai due “effettivi” datori di lavoro di incamerare buona parte di quanto liquidato formalmente con la busta paga dalla ditta Pentapoli».
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