Urbino, Sgarbi prosindaco a gennaio solo con la modifica statuto. Esplode la polemica politica

Vittorio Sgarbi, la sua nomina a prosindaco incompatibile richiederà un cambiamento nello statuto comunale
Vittorio Sgarbi, la sua nomina a prosindaco incompatibile richiederà un cambiamento nello statuto comunale
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Domenica 15 Dicembre 2019, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 18:00
URBINO - Tiene banco la vicenda Sgarbi con la mancata e rinviata investitura di “prosindaco” del critico d’arte ferrarese. «La delibera, stilata dagli uffici – ha rimarcato il sindaco Maurizio Gambini – poteva prestarsi a interpretazioni che non corrispondono alle nostre intenzioni. Quindi modificheremo lo Statuto nella parte interessata e lo porteremo in votazione, in Consiglio Comunale, il 23 dicembre prossimo, mentre, presumibilmente, Sgarbi diventerà pro – sindaco con attribuzione formale, sempre in assise, il 24 o 25 gennaio». Insomma, per essere chiari, il Divin critico, essendo già sindaco di Sutri e quindi ineleggibile in un altro Consiglio comunale, non possiede il requisito richiesto dallo Statuto (art. 19 bis) di essere eleggibile a consigliere comunale. La circostanza non è passata “liscia”. La cosiddetta “maledizione del Natale” è tornata a colpire la città ducale (chi non ricorda le polemiche con minacce di dimissioni di Sgarbi per l’albero d’artista del “maestro” Ermes Ottaviani?). Le opposizioni di “Pd” e “Viva Urbino” cominciano già a lanciare frecce avvelenate e, sicuramente, fino al 23 dicembre se ne vedranno delle belle anche perchè, nella stessa maggioranza, qualcuno interessato butta là, «si stanno aprendo piccole ma visibili fenditure». «L’amministrazione Gambini – riporta il comunicato Pd e Viva Urbino – fa acqua da ogni parte. Il rinvio per noi ha tutta l’aria di un annullamento definitivo. Avevamo anticipato sulle nostre pagine social che ci saremmo espressi in maniera contraria ritenendo illegittima la nomina. Tutta l’operazione non è altro che un teatrino di interessi politici, in cui Gambini vuole accaparrarsi i favori di una parte politica per presentarsi in chissà quale contesto (Regionali? Politiche?). Rimarca, tra l’altro, l'impreparazione di chi ha voluto a tutti i costi piegare uno Statuto comunale ai propri interessi senza essere neanche capace di farlo in maniera efficace».
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