Reparto Covid riaperto in ospedale, il Pd attacca Foschi e Gambini. Rossini: «Carenze organizzative e programmatiche»

L'ospedale di Urbino
L'ospedale di Urbino
di Eugenio Gulini
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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 06:10

URBINO - Come il gioco delle tre carte. Al banco c’è l’ospedale ducale Santa Maria Misericordia, un giorno Covid, un altro no Covid ed un altro ancora solo “emergenziale – temporaneo” con i suoi operatori sanitari trattati «come burattini» e i pazienti in balia del complicato momento tra operazioni programmate, riprogrammate e rinviate. Fuor da giri di parole, da lunedì, come ha anticipato ieri il Corriere Adriatico, ha riaperto il reparto Covid chiuso 72 ore prima, il 31 dicembre, sull’onda dell’insofferenza politica locale dopo essere stato attivato da appena 8 giorni, il precedente 23 dicembre.

Sette i ricoverati positivi che, tra domenica e lunedì, la rete Covid (come era prevedibile) non è più riuscita a dirottare verso altre strutture. Oggi il reparto speciale ne contava sei, di cui altri due trasferiti nel pomeriggio. 

«Si aprono e chiudono reparti delicati come quello riservato al Covid, si richiamano operatori dalle ferie, si rifanno i turni con tutto quello che ne consegue all’interno delle organizzazioni familiari…» è stato lo sfogo di parte del personale sanitario ai sindacati. Romeo Magnoni non è in loco ma ha risposto, via whatsapp, ad una nostra sollecitazione: «Sentito il Direttore di Presidio (Andrea Cani, che abbiamo cercato ma non ci ha risposto, ndr), si comunica che non si tratta di un reparto Covid. Solo letti dedicati che vengono attivati solo per emergenze temporanee che arrivano al Pronto Soccorso e rimangono occupati lo stretto necessario per garantire il trasferimento nelle strutture per acuti o dedicate, come già successo in precedenza. L’Area Vasta si sta adoperando per attivare ulteriori posti letto nelle strutture residenziali che possono essere riconvertite». 

L’assessore alla Sanità, Elisabetta Foschi, è di poche parole: «Un’area simile c’è sempre stata».

La nuova segreteria del Pd locale, però, è tranchant verso lei e Gambini: «Sembrano non essersi ancora accorti che il loro “peso specifico” in Regione è pari a zero. Non lo diciamo solo noi, ma lo ha fatto lo stesso sindaco Gambini sulla stampa quando ha candidamente ammesso di aver appreso solo da “voci di corridoio” dell’apertura di una zona Covid nell’ospedale feltresco per malati Covid. Al contrario invece quella zona è ancora lì e crea non poche difficoltà alla gestione ordinaria per la cura e l’assistenza di tutti gli altri pazienti». Alfredo Rossini, coordinatore Anaao Assomed Area Vasta, affonda il colpo: «La volontà dell’apertura dell’Area Covid all’interno dell’Ospedale di Urbino, di fatto, sconfessa le decisioni prese il 30 dicembre 2021 dalla Direzione Medica... Siamo alle solite e l’attuale situazione dei pazienti ospedalizzati affetti da Covid-19 non rappresenta un’emergenza ma il frutto inveterato di gravi carenze organizzative e programmatiche, essendo del tutto prevedibile una recrudescenza della pandemia che solo grazie alla vaccinazione continua a manifestarsi con minore gravità rispetto alle ondate precedenti... Resta il problema di strategica gestione dei pazienti positivi al tampone per l'individuazione di Sars CoV-2 in "strutture dedicate" all'interno della regione Marche – insiste Rossini - essendo difficile immaginare una struttura sanitaria, un ospedale, con un Pronto Soccorso che per proprio mandato istituzionale deve rispondere alle richieste di salute della popolazione (affetta da Covid e non), esente da un coinvolgimento diretto in tempi di pandemia perché individuato come Covid-free». Sotto l’aspetto sindacale Anaao Marche ricorda che «l’utilizzo di personale in discipline differenti rispetto a quelle di appartenenza espone a rischi assicurativi e medico-legali, di cui il redattore si farà carico disponendo "Ordini di Servizio" e/o "Mobilità d'Urgenza", strumenti inadeguati e non contrattualmente previsti in mancanza di una vera e propria emergenza». 

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