Il centro estivo parte 12 giorni dopo, monta la protesta: «Disagi per le famiglie»

Un centro estivo, foto generica tratta dal Web
Un centro estivo, foto generica tratta dal Web
di Eugenio Gulini
3 Minuti di Lettura
Martedì 8 Giugno 2021, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 02:28

URBINO  - Il Comune di Urbino quest’anno attiverà il centro estivo per le scuole dell’infanzia a partire dal 12 luglio e non, come di consueto, dal 1 luglio in continuità con la chiusura delle scuole materne. «Purtroppo – intervengono Pd e Viva Urbino - è un altro intervento che bene rappresenta l’incapacità dell’armata Brancaleone, che sta in maggioranza, di non riuscire a valutare gli impatti e le questioni di primaria importanza per i cittadini».

 

«Come consiglieri di Viva Urbino e Partito Democratico - continuano - siamo più volte intervenuti nel sottolineare l’importanza di tutte le questioni che riguardano l’educazione, la scuola, i più piccoli e i giovani, cercando sempre di evidenziare i riflessi positivi che l’organizzazione e la qualità dei servizi educativi e scolastici fanno ricadere sulla qualità della vita in Urbino e nei suoi borghi. Di fronte alle necessità di servizi già aumentate a seguito del Covid; in chiara controtendenza con i bisogni di una città che vede diminuire costantemente la propria popolazione e dovrebbe individuare in questi supporti degli interventi strategici a favore delle giovani famiglie – continuano i rappresentanti di opposizione di Pd e Viva Urbino - si sceglie di non ascoltare le esigenze più evidenti. Ma ciò che preoccupa ancora di più è l’impressione che non ci sia proprio alcun ascolto. Allora, come tanti cittadini, ci poniamo il quesito più immediato e facile sia da comprendere che da affrontare: chi non ha nonni a disposizione oppure la possibilità di pagare una babysitter, come si deve organizzare secondo l’Amministrazione comunale?». Senza predisporre servizi per chi lavora non deve sorprendere che il numero di residenti scenda vertiginosamente. «Non riteniamo che la mancanza di spazi possa essere un eventuale argomento di risposta, poiché, per esempio, la stessa “Villa del Popolo” – indicano Pd e Viva Urbino - potrebbe essere una sede adeguata. A fronte della mancanza di capacità di porsi le questioni, speriamo almeno di aver stimolato l’intenzione di individuare delle soluzioni. Meglio tardi che mai. Di fronte alla grave situazione vissuta sino ad oggi a causa del Covid, sia sul fronte sociale che su quello economico, per non parlare di quello sanitario, riteniamo indispensabile – sottolineano Pd e Viva Urbino - attivare tutte le energie e le forze disponibili per produrre un piano di ripresa della città e del suo territorio». 

L’attuale maggioranza è andata avanti ritenendo che «il dialogo sia da intendere semplicemente come la comunicazione unidirezionale di decisioni già definite senza attivare dinamiche di vero confronto, utile anche a portare modifiche a quanto già stabilito; a cogliere suggerimenti e proposte provenienti anche dalla minoranza; a rivedere con senso critico le proprie posizioni.

Ma alle critiche al metodo - concludono Pd e Viva Urbino - sono da aggiungere quelle ai contenuti: poveri e senza lungimiranza, che restano fermi a logiche ormai superate e che forse hanno accontentato, sul momento, una parte di elettorato ma che, alla distanza, stanno dimostrando di avere le gambe corte e di non riuscire a sostenere i cittadini nel guardare in avanti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA