Urbino, Tir in fila a Ca' Lucio. Slow Food riapre la protesta con tanto di foto: «È ora di dire basta, la legge regionale dice altro»

La fila di Tir in coda per entrare alla discarica di Ca' Lucio
La fila di Tir in coda per entrare alla discarica di Ca' Lucio
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Domenica 3 Gennaio 2021, 05:55

URBINO Decine di mezzi pesanti, tra il 29 e il 30 dicembre, hanno scaricato i loro rifiuti alla discarica di Cà Lucio. «Sono emblematiche le fotografie della discarica e i post pubblicati su Facebook dalle tante persone indignate per tale “scempio” - denuncia in una nota Slow Food Urbino, sul solco delle proteste esplose ai primi di dicembre - Bisogna evitare che questo luogo venga distrutto, rovinando un’area incontaminata, vocata da sempre alla coltivazione dei campi e all’agricoltura biologica».

Mms il 13 dicembre aveva replicato dicendo che in quel caso «si era trattata di un affollamento eccezionale di camion» causato da «un guasto» ricordando però come a Ca’ Lucio arrivino in media 20 camion al giorno. «È il momento di dire basta. Se la chiusura è stata fissata entro un breve lasso di tempo, evitiamo che nel frattempo vi conferiscano rifiuti provenienti da ogni parte - attacca Slow Food . Questo infatti cozza con la Legge Regionale n. 24 del 12 ottobre 2009 dove all’art. 1, lettera e, testualmente cita: “Ridurre la movimentazione dei rifiuti attraverso lo smaltimento in impianti appropriati, prossimi al luogo di produzione, che utilizzino metodi e tecnologie idonei a garantire un alto grado di tutela e protezione della salute e dell’ambiente”». A Cà Lucio i rifiuti provengono da ogni parte d’Italia, «quindi non propriamente “prossimi al luogo di produzione”, chiediamo che venga rispettata questa legge».

«Ribadiamo che come non andava bene collocare il Biodigestore a Canavaccio - continua Slowfood - usurpando terreno vergine adibito alla produzione agricola, non va fatto a Vallefoglia in altrettanti terreni agricoli.

Basta consumare suolo vergine. I dati raccolti dall’Ispra relativi al 2020, sono chiari, i suoli più colpiti sono quelli a vocazione agricola circa tre volte più dei suoli in area urbana. Il fenomeno nell’ultimo anno è stato più intenso nelle zone rurali, dove sono stati cementificati quasi 2.700 ettari... La perdita di suolo avanza anche nelle zone più a rischio, il suolo artificiale ricopre ormai il 10% delle aree a pericolosità idraulica media (con tempo di ritorno tra 100 e 200 anni) e quasi il 7% di quelle classificate a pericolosità elevata (con tempo di ritorno tra 20 e 50 anni). In futuro se non invertiremo questo iter, saremo obbligati a mangiare cemento invece del pane» L’impianto anaerobico di smaltimento dei rifiuti deve sorgere in un’area industriale da recuperare, in prossimità degli snodi autostradali così da recuperare un’area già impermeabilizzata, oltremodo abbreviando quanto più possibile l’impatto ecologico prodotto dai numerosi camion impegnati nel conferimento del organico da trattare».

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