Rapine a Tavullia e Sant'Angelo, dopo l'arresto del 2018 il nonno-rapinatore finisce in carcere per 5 anni

Carabinieri in azione, foto generica
Carabinieri in azione, foto generica
di Gianluca Murgia
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Sabato 19 Giugno 2021, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 03:14

CATTOLICA -  L’avevano ribattezzato nonno-rapinatore ma di paciosa anzianità ave va solo l’anno di nascita: 1948. Perché a 73 anni suonati il pluripregiudicato salentino Mario Gallo si era reso protagonista di due rapine, una dietro l’altra, a distanza di 12 giorni, con lo stesso glaciale modus operandi.

Una alle poste di Sant’Angelo in Lizzola (bottino 900 euro) e l’altra, quella fatale poi al suo arresto, alla Intesa San Paolo di Tavullia con 25mila euro asportati. In entrambi i colpi c’erano, all’interno, clienti e personale. Dopo tre anni di attesa, vissuti ai domiciliari, giovedì pomeriggio è stato portato in carcere dove ora dovrà scontare una pena di 5 anni di reclusione. 

E’ stato prelevato nella sua abitazione di Cattolica dai carabinieri della locale Tenenza diretta dal capitano Miserendino, in esecuzione ad un’ordinanza di carcerazione nella casa circondariale di Rimini emessa dal Tribunale della stessa città romagnola.

La “vecchia scuola” - volto scoperto non curante delle telecamere e ostaggi legati con delle fascetteda elettricista - non aveva fatto i conti con la tecnologia: ovvero, le impronte digitali lasciate dopo aver appoggiato il palmo sul bancone della banca.

Distrazione fatale: dalle verifiche incrociate delle banche dati si riscontrò la presenza dell’uomo a Cattolica, nell’officina di un suo parente (che risultò estraneo ai fatti». Nei guai, con lui, anche un complice-allievo molto più giovane ma già con precedenti. Una strana coppia che aveva impressionato e sorpreso anche i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pesaro e i colleghi del Reparto Operativo del Comando Provinciale. L’epilogo dopo due mesi di serrate indagini anche dal punto di vista tecnico-tecnologico anche perché entrambi risultavano ufficialmente residenti a Roma. Cattolica era infatti una loro dimora temporanea per agire al di là del confine in comuni piccoli perché - credevano - ci fossero meno controlli. Credevano. 

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