Monte Grimano, l'enclave tenta la contro-secessione su Sassofeltrio: «I servizi ci sono, restiamo marchigiani»

Ancora battaglia al confine tra Marche ed Emilia Romagna
Ancora battaglia al confine tra Marche ed Emilia Romagna
di Gianluca Murgia
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Venerdì 28 Maggio 2021, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 22:32

MONTE GRIMANO TERME - E se ora ci fosse una contro secessione, come la mettiamo? È stato spedito al vaglio dell’ufficio legislativo della Regione un progetto di legge per il distacco della frazione di Valle Sant’Anastasio dal neo Comune romagnolo di Sassofeltrio e conseguente incorporazione nel Comune marchigiano di Monte Grimano Terme. La proposta legislativa, che poggia sulla legge regionale 10 del 1995 e sulla storia di questa frazione (in passato appartenuta a Monte Grimano), potrebbe essere depositata già oggi e andare al voto fin dal prossimo consiglio regionale.

L’appello è già pronto per tutti i consiglieri regionali: «Ascoltiamo i cittadini, sostenete questa annessione a Monte Grimano e, quindi, alle Marche». 

Valle Sant’Anastasio, “enclave” incastonato tra San Marino e San Leo, è un territorio in cui risiedono poco meno di 100 persone, molte delle quali anziane, e in cui diversi sammarinesi hanno casa. «È di fatto un’isola all’interno di Monte Grimano (che possiede il 95% del territorio di Valle Sant’Anastasio da cui dista solo 3 Km contro i 10 di Sassofeltrio, ndr)» spiega il sindaco Elia Rossi.

Vanno a sostegno dell’iniziativa motivi di ordine logico e pratico, di servizi e sanità ai quali si somma il forte senso di identità marchigiano di chi ci abita. La battaglia per il distacco di Sassofeltrio, infatti, ha portato un disagio conclamato tra i residenti di Valle Sant’Anastasio sfociato, nei mesi scorsi, in una petizione per restare nelle Marche: il 95% vuole passare sotto Monte Grimano e, quindi, restare nelle Marche. Domanda: se dovesse passare questa proposta di legge, visto che dopo il voto in Senato sul distacco di Sassofeltrio e Montecopiolo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ancora non c’è? Si potrebbe arrivare a un referendum a Valle Sant’Anastasio (per chiedere l’annessione) e un altro a Montegrimano (per accettare).

«La gente è quasi tutta anziana e nelle Marche abbiamo la Guardia Medica a un quarto d’ora da qui: passando in Romagna cosa accadrà? - si chiede Daniele Benzi, uno dei promotori della petizione ed ex amministratore -. In Romagna dobbiamo andare a Coriano. Molti qui hanno una pensione minima ma una infermiera di fiducia, le anali si fanno Mercatino Conca, dove c’è la Potes, mentre in futuro andremo a Morciano. Anche Gemmano Montescuido si servono della nostra ambulanza. Anche il cantoniere è di Mercatino e viene subito quando abbiamo bisogno. Insomma, andiamo a perdere in termini di servizi. Ci vorrà tempo per risistemare un equilibrio per il quale avevamo combattuto per 15-20 anni, vincendo. Ora si rischia di fare un passo indietro. Quello che dovevamo ottenere l’abbiamo avuto. Anche io avevo firmato 14 anni fa per il referendum ma ora non ha più senso, è solo una battaglia ideologica che rischia di farci perdere tutto. C’erano 787 firme contro la secessione, tutte vere, c’era la fila di anziani per firmare. Io sono ristoratore e l’85% dei miei clienti è già romagnolo ma anche a livello di leggi regionali cambieranno diverse cose. Gli anziani hanno un bel timore, sono persi. Rischiamo di tornare isolati. Le Marche ci ascoltino»

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