Profughi dall'Ucraina, l'ospitalità pesarese: «Arrivate ragazze, mamme e bimbi, strutture e hotel per l’accoglienza»

Il Comune di Pesaro
Il Comune di Pesaro
di Letizia Francesconi
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Venerdì 4 Marzo 2022, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:25

PESARO  - In moto la macchina della prima accoglienza per i profughi ucraini coordinata da Servizi sociali del Comune di Pesaro, Enti del terzo settore e Caritas Diocesana. Luca Pandolfi, assessore ai Servizi sociali, fa il punto nell’audizione della commissione comunale dedicata, e annuncia la presa in carico già di una prima decina di profughi, soprattutto mamme e bambini, attraverso la rete coordinata dall’associazione Città della Gioia Onlus e strutture alberghiere come l’hotel Elvezia, disposte in convenzione con l’Amministrazione ad ospitare profughi di guerra. Il primo filone aperto riguarda un coordinamento locale a gestione della macchina comunale, mentre il secondo filone dell’accoglienza, che dovrà essere la Prefettura a gestire, prevede la sistemazione degli ucraini presso i Cas, centri di accoglienza straordinaria, sparsi sul territorio.

 

«Per gestire questa prima fase dell’accoglienza è stato previsto l’utilizzo di alloggi o altri spazi in capo a Città della Gioia – entra nel merito l’assessore Pandolfi – significa che in questo momento in assenza di contatti diretti con propri familiari o parenti già residenti e domiciliati nella nostra città, questi profughi vengono inseriti nell’ambito del progetto di accoglienza freddo, che prevede la disponibilità di alloggi o alberghi convenzionati ai fini sociali.

Proprio l’altra notte sono arrivate quattro giovani donne, e ci siamo fatti carico della loro sistemazione, dal momento che non avevano alcun aggancio o disponibilità di alloggio immediata, per questo sono state trasferite in un albergo convenzionato con l’Amministrazione. Un lavoro di squadra tempestivo, che ha coinvolto il nostro servizio e la Protezione civile. La nonna, una badante che vive e lavora in città, aveva contattato il numero attivo Sos Ucraina per informare dell’arrivo delle nipoti, fra cui una minorenne, nella notte fra mercoledì e giovedì. In sostanza, il servizio che il Comune coordina con gli alloggi o le strutture riservate all’emergenza freddo, visti i numeri ancora contenuti, serve a dare una prima risposta immediata nell’emergenza, in attesa di trasferire gli ospiti negli alloggi che rientrano nel progetto Cas per i centri di accoglienza. Ecco perché abbiamo inserito oltre a Caritas anche Città della Gioia». L’accoglienza: l’ultimo dato reso noto ieri pomeriggio, emerso dal servizio Sos Caritas, gestito dai volontari di Protezione civile, vede 40 offerte fra stanze, mono o bilocali di proprietà di pesaresi messi a disposizione dell’accoglienza. C’è da dire che la maggior parte delle richieste di aiuto riguardano donne con bambini o nuclei familiari al femminile alle quali va data la disponibilità di una, due o più stanze a sé, anche per rispettare le esigenze dei bambini, alcuni molto piccoli. Situazioni queste che non prevedono un trasferimento ai centri Cas dei migranti, come li conosciamo oggi. «In questo momento – precisa Pandolfi – non abbiamo indicazioni dalla Regione e dalla Prefettura per capire, come i minori profughi dovranno essere inseriti nel sistema scolastico comunale, e non». Ci sono altre sei segnalazioni di donne e minori in arrivo. Pandolfi proporrà oggi in un incontro allargato con Croce Rossa, Caritas, Ats e Protezione civile, di siglare un Protocollo operativo di collaborazione.

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