Emergenza idrica, riapriranno i 5 vecchi pozzi dei conti Albani. Ranocchi frena: «Presto per fare previsioni sull’estate»

Il Pozzo del Burano
Il Pozzo del Burano
di Letizia Francesconi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Marzo 2022, 06:35

PESARO -  Prematuro fare previsioni ora sull’andamento nel corso del periodo primavera-estate relativamente all’approvvigionamento idrico degli invasi dell’entroterra. A dirlo è Michele Ranocchi, direttore Aato Marche Nord. In campo oltre all’Autorità d’Ambito territoriale, c’è anche il Consorzio di Bonifica, che gestisce la diga di Mercatale, e che entro il 15 maggio dovrà presentare la progettazione ad ampio respiro per il bacino dell’alta valle del Foglia, dentro le risorse Pnrr.

Intanto a supporto e a tutela di agricoltori e aziende agricole, Coldiretti Pesaro-Urbino, chiede agli enti che coordinano riserve e approvvigionamenti uno sforzo aggiuntivo. Certo le previsioni sono complesse e non di facile lettura ma che la provincia (come gran parte del territorio italiano) dovrà fare i conti con questo inverno decisamente poco piovoso è una certezza.

«Se dovesse ripresentarsi, vista un’assenza o scarsità di precipitazioni una nuova situazione di difficoltà ed emergenza idrica – entra nel merito Ranocchi – ci attiveremo secondo gli indirizzi decisi dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. Nulla è lasciato al caso. In sintesi, guardando in prospettiva dell’estate, avremo a disposizione le stesse fonti messe in campo nella stagione 2021, dal momento che attivare nuove misure o realizzare opere infrastrutturali e risolutive, come un nuovo invaso, è tuttora in fase di studio dentro il pacchetto delle misure Pnrr» e dunque non si immediata realizzazione.

A stretto giro, sul versante pesarese, Marche Multiservizi completerà anche la riapertura dei cinque vecchi pozzi dei conti Albani, presenti nel perimetro dell’area naturalistica del parco Miralfiore. Sono in corso le operazioni sulle tubazioni per il collegamento entro il prossimo mese alla centrale di potabilizzazione di Borgheria. Ciò permetterà alla città di Pesaro, in caso di emergenza idrica, di non andare completamente a secco, ma avere un certo margine di autonomia. Un intervento che per l’ingegnere Ranocchi, è comunque secondario rispetto al problema a largo raggio degli invasi e delle falde dell’entroterra. 

«Sono in corso di approfondimento, con gruppo di studio della Politecnica delle Marche e dell’Università di Urbino, interventi di medio periodo – argomenta Ranocchi – come l’utilizzo di acque di falda della pianura alluvionale del Metauro, lo sfangamento degli invasi per i fiumi Candigliano e Metauro e dentro al Pnrr, la ricerca di nuove fonti e la realizzazione di nuovi pozzi, oltre alla valutazione sul nuovo invaso. E poi ci sono le misure urgenti e straordinarie in emergenza, e già autorizzate come prelievi integrativi e di soccorso di acque superficiali e sotterranee, utilizzo di autobotti per integrare i serbatoi, e la conseguente riduzione dei rilasci dagli invasi presenti sul territorio». 

Alcune delle procedure per prepararsi all’eventuale emergenza estiva sono già in corso e seguono le decisioni intraprese dall’ultima assemblea dei sindaci dell’Ambito territoriale ottimale, come conferma Marco Ciccolini, sindaco di Urbania: «Il Pozzo di Sant’Anna è operativo dall’estate scorsa e lo sarà anche quest’anno a supporto delle riserve idriche – riferisce – inoltre sono già in corso le procedure per ripulire in concessione con Enel gli invasi di San Lazzaro, Furlo e Tavernelle. Gli interventi nell’entroterra sono già partiti, ma dovranno proseguire con costanza. Così come la misura di canalizzazione delle acque del pozzo del Burano, in caso di emergenza, all’invaso di Sant’Anna e all’acquedotto, richiede un certo lasso di tempo, ecco perché in concerto con i sindaci dell’entroterra, stiamo lavorando per trovare altre risorse che ci consentiranno di intervenire sulla rete acquedottistica e le condutture vetuste, cercando di ridurre le perdite oggi del 30 per cento e agganciando gli investimenti del Pnrr , oltre ad altre fonti di finanziamento ministeriali». 

«Il Consorzio di bonifica, fra i diversi enti coinvolti sulla questione idrica – commenta Tommaso Di Sante, presidente provinciale Coldiretti – si è finora dimostrato uno strumento valido per la gestione delle emergenze, ma ora considerando anche le difficoltà del settore, serve uno sforzo in più.

Per risparmiare acqua e aumentare la capacità d’irrigazione dei nostri terreni, ci sarebbe bisogno di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico ma diffusi sul territorio provinciale per conservare acqua e ridistribuirla. Una proposta già condivisa anche con il Governatore Acquaroli, in cui si chiedevano investimenti mirati per aumentare gli accumuli di acqua. Ci aspettiamo risposte sull’agrosistema irriguo per salvare le colture e aumentare la produzione delle nostre aziende agricole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA