PESARO Le ricerche sono partite ma è una corsa contro il tempo. Da alcuni giorni la polizia messicana si è messa in moto per trovare il figlio del pesarese Luigi Mengucci, sottratto con l’inganno e tenuto nascosto oltreoceano, da 17 mesi, dalla madre. Le ricerche sono in corso ma non vengono forniti ulteriori ragguagli specifici, nonostante la richiesta di Mengucci e del suo legale avvenuta tramite il consolato. «Ogni giorno è un giorno perso» ripete, perché può permettere alla famiglia della moglie di allontanarsi, cambiare casa, appoggiarsi da parenti e amici, di fuggire in un’altra zona del Messico o, semplicemente, di ottenere altri ricorsi o sospensioni nonostante il Tribunale di Tlanepantla de Baz, Stato del Messico, lo scorso 10 aprile abbia disposto il rimpatrio immediato del bimbo di 4 anni nato e cresciuto a Pesaro. «Ad oggi il ministero italiano, dipartimento minorile, nonostante molteplici solleciti, non ha ancora fatto sapere nulla» sottolinea Mengucci.
«Faccio un appello a tutte le forze politiche pesaresi, a tutti i parlamentari eletti nella provincia di Pesaro e Urbino - continua Mengucci - aiutatemi e intervenite, in qualche maniera, per cercare di velocizzare la situazione a livello ministeriale italiano. Il dipartimento minorile non ha ancora dato risposte in relazione all’attività svolta dalla polizia messicana e dell’Interpol che, lo ricordo, devono eseguire una sentenza di rimpatrio provvisoriamente esecutiva». La polizia messicana, però, si è attivata inspiegabilmente solo 28 giorni dopo. Ha bruciato, di fatto, un mese buono di ricerche. Solo contro il mondo Mengucci non esclude una partenza, a breve, per il Messico con l’obiettivo di andare a toccare con mano, anche correndo notevoli rischi, l’attività degli inquirenti messicani. Sarebbe la terza volta, come avvenuto in due precedenti occasioni in compagnia del fratello Francesco e del padre, l’avvocato Mauro Mengucci. In questi 17 mesi non ha mai potuto vedere suo figlio, si è dovuto districare nella complessità del diritto internazionale, ha lottato contro la burocrazia e ha compiuto questi viaggi della speranza in Messico, rimanendo però con i regali in mano a incontri con il figlio fissati per legge ma sempre disattesi dalla moglie.
La convenzione dell’Aja del 1980, relativa alla sottrazione internazionale di minori, siglata anche da Messico e Italia, prevede una costante e proficua collaborazione tra gli Stati membri in relazione all’attività di polizia da svolgersi al momento della localizzazione e del rimpatrio del minore. Mengucci ha potuto parlare con suo figlio solo tramite qualche sporadica telefonata concessa dalla madre che, all’improvviso, dopo 8 anni di matrimonio, con la scusa di una vacanza nella terra natia, dai parenti, non ha fatto più ritorno.
Pesaro, bimbo sottratto al padre
Scattate le ricerche in Messico
di Gianluca Murgia
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Venerdì 11 Maggio 2018, 17:11
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