PESARO - L’accusa è quella di violenza sessuale nei confronti della nipote acquisita. Ieri la sentenza per lo zio. Si tratta di un uomo straniero sulla 40ina accusato di aver palpeggiato più volte la figlia della nuova moglie del fratello. Un’accusa pesante emersa dopo la fine della relazione tra i due e che la bambina ha avuto la forza di raccontare diversi anni dopo. I fatti si sarebbero consumati tra il 2014 e il 2017 da quando la bambina aveva appena 12 anni.
Secondo la denuncia della giovane e della madre, l’uomo avrebbe compiuto con atti di forza repentini e improvvisi dei palpeggiamenti quando si trovava nell’abitazione del fratello.
Dopo la separazione, la bambina ha raccontato tutto alla mamma e a una psicologa. Così è arrivata la consapevolezza e la forza di dirlo anche agli inquirenti. Le indagini sono andate avanti e l’uomo è finito davanti al Gup con l’accusa di violenza aggravata dal fatto di aver abusato di una minorenne e dal fatto di aver approfittato delle condizioni di ospitalità nella famiglia. L’imputato è difeso dall’avvocatessa Susi Santi che ha portato avanti tutt’altra linea. L’uomo nega ogni addebito e sostiene che tutto questo non sia mai avvenuto e che quando era in Italia stava nella stanza con la nipote ma anche altri parenti.
E che tutto sarebbe emerso dopo la separazione. La ragazzina, oggi maggiorenne è stata assistita dall’avvocatessa Marilù Pizza. Ieri la sentenza con rito abbreviato il giudice ha condannato il marocchino a 5 anni e mesi 2 come richiesto dal Pubblico ministero. L’uomo è stato anche condannato a un risarcimento di 25 mila euro. Il 40enne si trova in Marocco e non è più tornato dopo aver saputo del procedimento a suo carico. «In questi casi non ci sono vincitori a fronte delle sofferenze patite – spiega l’avvocatessa Pizza – ma solo un senso di giustizia. L’aspetto più importante è che la sofferenza della ragazzina sia stata riconosciuta e che lei sia stata creduta. Cosa molto importante per una vittima di violenza».