Pronto soccorso, medici in fuga: dopo l'ex direttore se ne vanno altri 5. Riunione d'urgenza con Saltamartini

L'assessore alla sanità Filippo Saltamartini e il pronto soccorso di Pesaro di Marche Nord
L'assessore alla sanità Filippo Saltamartini e il pronto soccorso di Pesaro di Marche Nord
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 31 Marzo 2022, 04:00

PESARO - Quello che era stato previsto è accaduto: un’ulteriore falla si è aperta nell’organico già ridotto all’osso del pronto soccorso di Marche Nord dopo le dimissioni dell’ex direttore Umberto Gnudi, che hanno intaccato l’integrità di un gruppo professionale coeso. Altri cinque medici hanno deciso di lasciare l’azienda ospedaliera facendo scattare l’allarme rosso, con una riunione convocata d’urgenza con i dimissionari alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, perché con le risorse residue sono a rischio le prestazioni dell’emergenza di Marche Nord.

Le dimissioni in serie
Una dottoressa ha rassegnato le dimissioni a ruota di Gnudi, venerdì scorso, le altre quattro comunicazioni via pec sono arrivate all’ufficio personale (da tre dottoresse e un dottore) tra il pomeriggio di martedì e la mattina di ieri. Avvertito dalla direzione aziendale, ieri in tarda mattinata si è precipitato a Pesaro l’assessore Saltamartini per incontrare i medici della fronda e conoscere le ragioni del loro malessere. All’incontro hanno preso parte il nuovo direttore facente funzioni Giancarlo Titolo e tutta la dirigenza di Marche Nord: Maria Capalbo, Edoardo Berselli, Antonio Draisci e Luana Stefanelli. Era assente uno dei cinque dimissionari perché impossibilitato a partecipare.

Le ragioni del malessere
I medici hanno rappresentato il disagio di lavorare in una condizione di burnout per la carenza di personale, una situazione di stress che si trascina da due anni con l’emergenza Covid e che via via, mentre la pandemia si sta risolvendo, si è aggravata. Un disagio non più sostenibile perché esso si trasferisce dall’ambiente professionale, dove si avverte una mancanza di sicurezza, al contesto familiare.

Perciò i cinque medici, al venire meno dell’unità del gruppo che con abnegazione e sacrificio aveva affrontato le difficoltà della pandemia, hanno deciso di lasciare l’azienda.

L’assessore e la dirigenza hanno tentato di convincere i dimissionari a cambiare idea impegnandosi a cercare soluzioni per alleggerire il carico di lavoro. Dopo l’integrazione dall’inizio dell’anno nei turni a rotazione di medici di specialità equipollenti dell’azienda, alcune innovazioni ripetutamente chieste dall’ex direttore Gnudi sono state introdotte dopo la sua sostituzione: posti letto di osservazione breve intensiva nei reparti, la continuità assistenziale della charging room, l’ampliamento del fast track ossia l’invio delle urgenze minori direttamente allo specialista.

Motivazione non economica
I dimissionari hanno chiarito che la motivazione dell’uscita non è economica nel senso che una maggiore retribuzione potrebbe essere una soluzione solamente sul piano generale rendendo più attrattiva la specialità di pronto soccorso mentre gratifiche individuali non risolverebbero il problema.

Il direttore sanitario ha paventato la possibilità di ricorre alle cooperative suscitando una reazione contrariata per lo scadimento della qualità delle prestazioni. La riunione durata dalle 13,30 più di un’ora si è sciolta con l’impegno di Saltamartini di tornare e dell’azienda di fare proposte migliorative del servizio.

Nel pomeriggio si è svolta una seconda riunione con i medici di chirurgia, ai quali è stato chiesto un ulteriore sforzo per aiutare gli specialisti del pronto soccorso.

Ultimo turno di lavoro di Gnudi
Stamattina Umberto Gnudi svolge il suo ultimo turno di lavoro. Al direttore del reparto nei due anni della pandemia l’azienda non ha chiesto di ripensarci, anzi ne ha anticipato l’uscita rinunciando per le sue dimissioni ai tre mesi di preavviso contrattuale.

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