Fuga del personale dall'ospedale, lettera denuncia a tutti i sindaci. Ricci: «La Regione deve rispondere»

Il Pronto soccoso di Pesaro
Il Pronto soccoso di Pesaro
di Letizia Francesconi
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Sabato 11 Dicembre 2021, 05:50

PESARO - La solidarietà al personale del Pronto soccorso allo stremo e al primario Umberto Gnudi l’aveva già espressa Matteo Ricci, ma ieri il sindaco di Pesaro ha voluto ribadirla: «A difesa del dottor Umberto Gnudi e della sua famiglia dagli attacchi sconsiderati dei no vax: sosteniamo il primario, per la richiesta urgente di personale per il Pronto Soccorso, non è più possibile continuare a lavorare così. La Regione Marche e l’azienda ospedaliera Marche Nord devono rispondere immediatamente alla richiesta di personale e al grido di dolore lanciato da mesi, che arriva dal professor Gnudi e dal Pronto Soccorso arrivato allo stremo». 

Missive e richieste
Parole che arrivano quasi in contemporanea alla lettera aperta inviata dalle parti sociali a tutti i sindaci del Pesarese, chiedendo la convocazione della conferenza dei sindaci dell’Area vasta presieduta da Giuseppe Paolini. Tra i destinatari della lettera anche il prefetto, il presidente della Provincia, i consiglieri regionali, i parlamentari, il presidente della Regione Marche e l’assessore regionale alla sanità.

La lettera dei sindacati
Al tavolo delle parti sociali Cgil, Cisl e Uil tutti i responsabili della Funzione pubblica: Vania Sciumbata, Alessandro Contadini, Angelo Aucello. «I primi cittadini di Pesaro, Fano e Urbino sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità e fare pressing sulla Regione – incalzano– affinché l’ospedale Marche Nord ottenga personale aggiuntivo, incentivando i medici a restare e infermieri e operatori sociosanitari a lavorare al San Salvatore. La fuga dei sanitari è già in atto da mesi, chi per dimissione volontaria e altri per contratti a termine in scadenza fra il 15 dicembre e il 7 gennaio prossimo, che la direzione ospedaliera sembra non aver alcuna intenzione di rinnovare.

I sindaci sono chiamati ad agire e farlo sulla base dei numeri reali che abbiamo riportato nella missiva indirizzata. I sanitari in forza al presidio San Salvatore sono in numero nettamente inferiore rispetto alla precedente ondata Covid di un anno fa».

Il problema Covid
Il cuore del problema ruota intorno alla delibera regionale che individuava a inizio della pandemia,Marche Nord come struttura di riferimento Covid per le Marche. Da allora però immissioni straordinarie di personale non ce ne sono state, e puntualmente ogni bando di concorso non sempre ha prodotto i risultati sperati.

«Il rischio è concreto e l’allarme arriva direttamente dalla direzione del Pronto soccorso Marche Nord – così analizza le carenze Vania Sciumbata (Fp Cgil) - a fronte di fuoriuscite di medici già conclamate, a gennaio in mancanza di una risposta ai bandi, ci troveremo con un organico ancora più ridotto con 22 medici nell’emergenza-urgenza contro lo standard di 40. Azienda ospedaliera e Regione, dovrebbero rendersi conto, che non solo aumentano i pazienti con patologie diverse dal Covid che scelgono di operarsi fuori provincia o fuori regione per l’attuale riduzione degli interventi programmati, ma stanno aumentando anche medici e infermieri che lasciano Marche Nord per le aziende ospedaliere emiliano-romagnole o per la sanità privata».

Il Natale in trincea
Intanto Marche Nord si prepara a vivere un altro Natale in trincea. Si prevede di qui a gennaio un aumento dei ricoveri e l’unico provvedimento che Marche Nord potrà attuare è la progressiva riduzione di altre attività e reparti. «Fatto salvo gli 80 posti letto di Intensiva per tutta la Regione – chiude Angelo Aucello (Uil Fpl) – il 43 per cento dei ricoveri Covid pesa proprio su Marche Nord. Il maggior carico della gestione dei malati Covid è assegnato dalla Regione alla provincia pesarese, peccato però che a fronte di questo, non sia stato previsto da subito un sistema di assunzioni e ricambio di personale adeguato».

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