PESARO - La solidarietà al personale del Pronto soccorso allo stremo e al primario Umberto Gnudi l’aveva già espressa Matteo Ricci, ma ieri il sindaco di Pesaro ha voluto ribadirla: «A difesa del dottor Umberto Gnudi e della sua famiglia dagli attacchi sconsiderati dei no vax: sosteniamo il primario, per la richiesta urgente di personale per il Pronto Soccorso, non è più possibile continuare a lavorare così. La Regione Marche e l’azienda ospedaliera Marche Nord devono rispondere immediatamente alla richiesta di personale e al grido di dolore lanciato da mesi, che arriva dal professor Gnudi e dal Pronto Soccorso arrivato allo stremo».
Missive e richieste
Parole che arrivano quasi in contemporanea alla lettera aperta inviata dalle parti sociali a tutti i sindaci del Pesarese, chiedendo la convocazione della conferenza dei sindaci dell’Area vasta presieduta da Giuseppe Paolini. Tra i destinatari della lettera anche il prefetto, il presidente della Provincia, i consiglieri regionali, i parlamentari, il presidente della Regione Marche e l’assessore regionale alla sanità.
La lettera dei sindacati
Al tavolo delle parti sociali Cgil, Cisl e Uil tutti i responsabili della Funzione pubblica: Vania Sciumbata, Alessandro Contadini, Angelo Aucello. «I primi cittadini di Pesaro, Fano e Urbino sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità e fare pressing sulla Regione – incalzano– affinché l’ospedale Marche Nord ottenga personale aggiuntivo, incentivando i medici a restare e infermieri e operatori sociosanitari a lavorare al San Salvatore. La fuga dei sanitari è già in atto da mesi, chi per dimissione volontaria e altri per contratti a termine in scadenza fra il 15 dicembre e il 7 gennaio prossimo, che la direzione ospedaliera sembra non aver alcuna intenzione di rinnovare.
Il problema Covid
Il cuore del problema ruota intorno alla delibera regionale che individuava a inizio della pandemia,Marche Nord come struttura di riferimento Covid per le Marche. Da allora però immissioni straordinarie di personale non ce ne sono state, e puntualmente ogni bando di concorso non sempre ha prodotto i risultati sperati.
«Il rischio è concreto e l’allarme arriva direttamente dalla direzione del Pronto soccorso Marche Nord – così analizza le carenze Vania Sciumbata (Fp Cgil) - a fronte di fuoriuscite di medici già conclamate, a gennaio in mancanza di una risposta ai bandi, ci troveremo con un organico ancora più ridotto con 22 medici nell’emergenza-urgenza contro lo standard di 40. Azienda ospedaliera e Regione, dovrebbero rendersi conto, che non solo aumentano i pazienti con patologie diverse dal Covid che scelgono di operarsi fuori provincia o fuori regione per l’attuale riduzione degli interventi programmati, ma stanno aumentando anche medici e infermieri che lasciano Marche Nord per le aziende ospedaliere emiliano-romagnole o per la sanità privata».
Il Natale in trincea
Intanto Marche Nord si prepara a vivere un altro Natale in trincea. Si prevede di qui a gennaio un aumento dei ricoveri e l’unico provvedimento che Marche Nord potrà attuare è la progressiva riduzione di altre attività e reparti. «Fatto salvo gli 80 posti letto di Intensiva per tutta la Regione – chiude Angelo Aucello (Uil Fpl) – il 43 per cento dei ricoveri Covid pesa proprio su Marche Nord. Il maggior carico della gestione dei malati Covid è assegnato dalla Regione alla provincia pesarese, peccato però che a fronte di questo, non sia stato previsto da subito un sistema di assunzioni e ricambio di personale adeguato».