Rifiuti da fuori per fare cassa: gestori delle tre discariche sotto accusa per aver violato il piano regionale

La discarica di Monteschiantello
La discarica di Monteschiantello
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 15 Dicembre 2021, 10:12

PESARO - Le tre discariche della provincia di Pesaro Urbino vengono usate dai gestori (Marche Multiservizi e Aset) per fare cassa, ovvero per aumentare gli introiti che poi concorrono ad accrescere gli utili, ricevendo rifiuti speciali e anche rifiuti urbani in violazione del piano regionale.

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Una gestione che danneggia l’ambiente, perché riempendo le discariche con rifiuti di altri territori se ne rende necessario l’ampliamento consumando suolo agricolo (come prevede il piano provinciale dei rifiuti per Monteschiantello, a fronte della chiusura accelerata con i rifiuti speciali degli impianti di Ca’ Lucio e Ca’ Asprete), e contraddice la pianificazione regionale del 2015 (già ora si lavora a quella nuova).

Il piano regionale persegue l’autosufficienza impiantistica nell’ambito provinciale, secondo il criterio della prossimità del trattamento dei rifiuti rispetto ai luoghi della produzione, e considera le discariche strategiche nel contesto regionale: un principio ribadito nella recente delibera sui rifiuti da San Marino per le capacità residue degli impianti del Nord rispetto al deficit delle discariche del Sud delle Marche.

Il limite non rispettato
In particolare, il piano regionale limita lo smaltimento in discarica dei rifiuti speciali non pericolosi al 50% dei rifiuti urbani indifferenziati e degli scarti da lavorazione della raccolta differenziata. Il limite precedente era del 20%. Invece, dall’entrata in vigore del piano al 2020, il dato oscilla tra l’81% di Ca’ Lucio di Urbino e il 118% di Ca’ Asprete di Tavullia (impianti gestiti da Marche Multiservizi) secondo il piano provinciale dei rifiuti adottato dall’Ata 1 a settembre (peraltro, non è indicata la provenienza dei sovvalli, cioè dei residui del trattamento degli urbani, che violerebbero il piano nella misura in cui provenissero da fuori regione, come l’elevata quantità può suggerire: 81.120 tonnellate a Ca’Asprete e 40.203 a Ca’ Lucio). Per la discarica di Monteschiantello di Fano, gestita da Aset, questo rapporto è del 110%, ma da esso occorrerebbe stornare la quota di rifiuti urbani proveniente da fuori regione, non indicata analiticamente, che in ogni caso viola il piano.

La foga per le cifre di San Marino
Preso dalla foga di evidenziare la quantità modesta dei rifiuti speciali (2.400 tonnellate) che arriveranno quest’anno da San Marino nella discarica di Ca’ Asprete, in aggiunta alle quantità pattuite nel 2013, l’assessore regionale Stefano Aguzzi, nel dibattito di lunedì scorso in consiglio regionale, ha riportato alcuni dati che con un eufemismo si possono definire imprecisi. «Sapete quanti rifiuti speciali produce la provincia di Pesaro - ha chiesto retoricamente -? Un milione di tonnellate l’anno. E sapete quanti rifiuti urbani produce la provincia di Pesaro? Duecentomila tonnellata l’anno. I rifiuti speciali depositati nelle nostre discariche non possono superare il 50% di quelli urbani. Quindi nelle discariche della provincia di Pesaro oggi entrano 200mila tonnellate di rifiuti urbani nostri ed entrano complessivamente 100mila tonnellate di rifiuti speciali. Quindi, le nostre imprese portano 900mila tonnellate all’anno in giro per l’Italia fino alla Germania e all’Olanda per lo smaltimento».

Il catasto marchigiano dei rifiuti
In realtà, come indica il catasto dell’Arpam, i rifiuti urbani prodotti in provincia sono effettivamente 210mila tonnellate (per il 2020) e, come risulta dai rapporti Ispra, i rifiuti speciali sono mediamente 5 volte tanto. Ma in discarica ci vanno solo gli urbani indifferenziati, ovvero 60mila tonnellate, perché il 71,51% della raccolta è dato dalle frazioni differenziate indirizzate al recupero. Ci sono poi i residui di queste lavorazioni che tornano in discarica insieme al materiale raccolto negli arenili, quantificabili nell’insieme in circa 54mila tonnellate (stando alle stime prospettiche riportate nel piano di ambito dei rifiuti). In tutto, tali rifiuti sarebbero 114mila tonnellate. 

Le tonnellate conferite sono 234mila
Nelle tre discariche della provincia nel 2020 sono state conferite 234mila tonnellate di rifiuti (dati del piano d’ambito), perciò i rifiuti speciali sono 120mila: il 105% rispetto ai rifiuti indifferenziati e agli scarti di lavorazione, più del doppio del tetto del piano regionale. In questa distorsione, il Comune di Fano, socio di maggioranza di Aset, ha il merito di perseguire con trasparenza un obiettivo di interesse pubblico, ovvero aumentare gli utili per il proprio bilancio come risulta dalle linee programmatiche. L’Assemblea dei sindaci di ambito, invece, 4 anni fa ha autorizzato Marche Multiservizi a derogare dal piano regionale per recuperare risorse per l’investimento nell’impianto di Trattamento meccanico biologico, nel frattempo il Tmb non è stato fatto né è più previsto ma il riempimento delle discariche proegue per altri sei anni.

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