MERCATELLO SUL METAURO - Aveva cercato di inserire il suo vecchio computer privato, privo di valore commerciale, tra le forniture di materiale informatico destinate al Comune per il quale lavora al fine di pagarsi il nuovo pc comprato dalla stessa azienda: il gioco è finito male. Perché l’azienda ha denunciato l’accaduto e questo ha portato anche alla scoperta che lo stesso funzionario comunale aveva, nel frattempo, convinto un’altra azienda ad effettuare il trucchetto.
Nei confronti del funzionario pubblico in convenzione con il Comune di Mercatello sul Metauro ed in associazione con un altro Comune, ma residente a Sant’Angelo in Vado, la Procura della Repubblica del Tribunale di Urbino ha richiesto il rinvio a giudizio per due ipotesi di induzione indebita (una tentata e l’altra consumata) a lui contestate. I fatti sono stati segnalati alla magistratura contabile in relazione alle dovute valutazioni in materia di danno erariale. Nei suoi confronti sono state avviate tutte le procedure previste dalla legge da parte degli stessi municipi di cui era dipendente. Talvolta la furberia è talmente capziosa che rischia di attorcigliarsi tutt’attorno alla persona che commette una sciocca stupidaggine. Che ci si guadagna? Il dipendente non aveva fatto i conti con i presidi di vigilanza attivati dalla Guardia di Finanza che confermano, in questa vicenda, il ruolo fondamentale di forza di Polizia economico-finanziaria.
Le indagini svolte dal personale della Finanza di Urbino sono scaturite dalla iniziale segnalazione di uno dei sindaci interessati che, giustamente, aveva provveduto ad informare la locale Procura della Repubblica del comportamento tenuto da un suo dipendente.
Il vantaggio era nell’Iva: il fornitore la scaricava mentre il dipendente se la faceva scontare nell’acquisto. A fronte del rifiuto espresso dall’imprenditore, che anzi informava dell’accaduto il sindaco del Comune, è emerso come il pubblico dipendente si sia poi rivolto ad un’altra piccola impresa locale di costruzioni che intratteneva rapporti economici con lo stesso Comune (essendosi aggiudicata diversi lavori appaltati dall’ente) richiedendo ed ottenendo dal titolare della stessa che il computer da lui acquistato venisse fatturato dalla sua impresa alla ditta di informatica che glielo aveva fornito. All’esito delle indagini eseguite, effettuate anche tramite intercettazioni telefoniche, i finanzieri di Urbino hanno quindi segnalato alla Procura della Repubblica feltresca anche l’imprenditore per il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”.
A seguito dell’emissione dell’avviso conclusione indagini l’imprenditore ha manifestato piena presa di coscienza della condotta antigiuridica tenuta ammettendo le proprie responsabilità e prodigandosi per porre in essere condotte risarcitorie in favore dell’ente comunale. La Procura della Repubblica ha quindi provveduto a richiedere per quest’ultimo l’archiviazione degli atti, istanza accolta dal GIP del Tribunale di Urbino.