MAROTTA - Ha scritto la storia della nautica marottese e una bella fetta di quella nazionale, Giordano Rosati, patron del cantiere nautico Azzurro, è deceduto l’altra sera all’età di 81 anni. Era malato da qualche mese, si è spento all’ospedale di Fossombrone. Lascia la moglie Ornella e il figlio Thomas. Il mare la sua grande passione, dove, dal 1968, con l’apertura dell’azienda, facevano bella mostra anche le tante imbarcazioni da lui realizzate. Modelli dai 15 ai 24 metri, completamente in legno, veri e propri capolavori di altissima artigianalità che non avevano lasciato indifferente ormai diversi anni fa nemmeno il compianto Lucio Dalla.
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Il cantautore bolognese aveva scelto il cantiere di Rosati per farsi costruire nel 2003 uno yacht a motore di 23 metri, interamente realizzato con materiali di prima scelta, e con anche lo studio di registrazione. E nel 2009 aveva ordinato un altro scafo ancora più lungo e prestigioso, un 26 metri. Una vita dedicata al lavoro quella di Rosati, come ricorda il figlio Thomas che ora guida l’azienda: «Uno stacanovista, un grande esempio. Negli ultimi periodi aveva allentato un po’, pur rimanendo assolutamente sempre il punto di riferimento per tutti. Il lavoro era anche una sua passione, lo amava. Siamo stati i primi in questo territorio a realizzare simili imbarcazioni, ne abbiamo costruite oltre 400 tra pesca e diporto». La perla, quella per Lucio Dalla: «Sì, era tra il 2002 e il 2003. Erano diventati ottimi amici, veniva molto spesso da noi, nella casa di campagna, per pranzo o cena. Abbiamo trascorso momenti meravigliosi, lo ricordo come una bellissima persona. Mio padre credeva molto nell’amicizia, gli piaceva tanto stare in compagnia, chiacchierare, scherzare e cucinare per gli amici, soprattutto il pesce. Era un ottimo cuoco». Si è sempre diviso tra il cantiere e la casa di campagna: «In campagna da sempre custodiva tantissimi animali, davvero di tutti i tipi. Basti pensare che negli anni ‘70 aveva anche un leone. Era una persona genuina, generosa e ben voluta – conclude il figlio Thomas - e adorava trascorrere le giornate in questo angolo, quasi sempre in compagnia».
I nipoti hanno voluto affidare a Facebook il loro ricordo: «Potevi fare tutto quello che volevi – scrive Andrea – ma eri fatto di piccole cose e ti bastavano.
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