APECCHIO - C’è un proverbio che recita «Chi ben comincia è a metà dell’opera…» ma che suona di pessimismo per una nuova stagione della raccolta dei tartufi. Già, perché parliamo del tubero marzuolo, chiamato Bianchetto, che ha iniziato la nuova stagione da latitante. In poche parole non si trova oppure in minime quantità, nell’ordine di decine di grammi e per lo più di pezzatura simile a nocciole. Si sviluppa prevalentemente in boschi di latifoglie e conifere e rispetto al tono delicato del bianco, emana un profumo intenso e piccante. Il suo costo varia dai cento ai trecento euro al chilo, secondo la quantità del momento.
La conferma dal commerciante Ravaldo Longhi di Urbania: «Purtroppo è così, come del resto ce ne erano stati pochi delle altre specie. Ad esempio nelle Cesane che di solito ce n’è sempre in abbondanza, lo si trova o poco». Una scarsità è dovuta solo alla siccità? «Mancanza di piogge e di neve, il futuro è legato sempre a loro. Partiamo dallo scorzone estivo. Per il pregiato e per quello invernale sarà sempre Giove Pluvio a decidere». Voi ne fate molto uso? «Sì, per le elaborazioni di altri prodotti, perché è molto profumato. La regione in cui ne vanno matti? Sicuramente la vicina Romagna».
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