Dopo il terremoto le bare restano all'aperto. Costi troppo alti per sistemare il cimitero di Novilara: ecco cosa può accadere

Loculi a cielo aperto al cimitero di Novilara ma sistemarli costa salato: ecco cosa può accadere
Loculi a cielo aperto al cimitero di Novilara ma sistemarli costa salato: ecco cosa può accadere
di Thomas Delbianco
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 11:21

PESARO «Degrado al cimitero di Novilara, due soluzioni al vaglio, ma non bastano poche centinaia di euro. Spesa dai 25 ai 200mila euro, a seconda dell’opzione che sceglieremo», spiega l’assessore al Fare Riccardo Pozzi al consigliere di FdI Daniele Malandrino che denuncia: «Dopo l’ultimo terremoto, almeno 30 bare esposte all’aperto, è una vergogna».

 

Le segnalazioni dello stato di incuria nel quale versa il cimitero di Novilara sono state diverse negli ultimi tempi. Sono arrivate dal consigliere FdI Daniele Malandrino, che ha presentato un’interrogazione, alla quale l’assessore al Fare Riccardo Pozzi ha risposto nell’ultimo consiglio comunale, ipotizzando due possibili scenari. Ma anche dagli utenti tra cui Paola Bissoli che una volta ogni 15 giorni porta fiori ai suoi cari e si è presa a cuore l’abbandono del camposanto, che risale all’800 e che, dopo il crollo del muro di cinta presenta loculi scoperchiati, bare in legno all’aperto, cornicioni pericolanti, crepe e fessure ovunque. La parte più a rischio crolli è stata transennata, ma l’accesso è ancora libero senza interventi per la messa in sicurezza. «Sono stati effettuati diversi sopralluoghi con la presenza di tecnici - ha riferito Pozzi - La situazione non si risolve con interventi da poche centinaia di euro, come detto dal consigliere Malandrino.

Attualmente le opzioni al vaglio dell’Amministrazione sono due. La prima prevede la rimozione delle salme e la ricostruzione degli ossari; gli step previsti sono: un’ordinanza per rimuovere le salme; l’allocazione temporanea delle stesse in un altro cimitero; la demolizione dei loculi per rimuovere le salme interrate, la demolizione del muro in mattoni di confine e, infine, la ricostruzione degli ossari con moduli prefabbricati (nello stesso luogo, senza bisogno di costruire il muro pericolante nel frattempo demolito). Per una spesa, che, ad esclusione dello spostamento delle salme è preventivata sui 200mila euro».

La seconda opzione

La seconda opzione «prevede invece la demolizione del muro pericolante e la sua parziale ricostruzione. Un’alternativa dal costo stimato di 25mila euro, la cui fattibilità è legata alla prima fase prevista: la verifica geologica della stabilità della scarpata. Una volta ottenuta si procederebbe alla demolizione del muro in mattoni di confine e la sua ricostruzione tramite tamponamento dei loculi sul retro». «La mia prima interrogazione - ha replicato Malandrino - è del 2021. Il crollo di parte del muro di cinta ha lasciato i loculi esposti. Una cosa veramente vergognosa. Io avevo chiesto un intervento parziale per cercare di chiudere in qualche modo questi loculi proteggendoli dagli agenti esterni. L’intervento generale sul cimitero andava fatto, come mi fu risposto nell’occasione, con gli interventi previsti per i cimiteri nel 2022. Ma è stata messa solo una transenna. Nel frattempo, mentre prima erano poche le bare esposte all’aria, adesso, dopo il recente terremoto, ci sono almeno una trentina di loculi con le bare esposte. Chi all’epoca acquistò quei loculi, stipulò un contratto con il Comune, che deve provvedere alla straordinaria manutenzione». A prescindere dai costi, per una città è vergognoso avere una situazione del genere.
 

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