Smart working: tutti in ufficio, ma ci sono critiche anche in maggioranza: «Vecchio criterio di organizzazione»

La consigliera comunale Cora Fattori
La consigliera comunale Cora Fattori
di Osvaldo Scatassi
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Lunedì 5 Luglio 2021, 09:36

FANO - «Purtroppo ciò che emerge è un criterio vecchio di organizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica». Destano perplessità anche nella maggioranza fanese alcuni contenuti della delibera che dispone il ritorno al lavoro in presenza per tutti i dipendenti comunali, a partire da mercoledì 7 luglio, ed è di carattere culturale, formale e sostanziale la critica formulata da Cora Fattori.

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A suo giudizio la delibera della giunta fanese, contestata anche dai sindacati per vari motivi a partire dalle ricadute sui cosiddetti lavoratori fragili, sottintende il rischio di buttare via il bambino insieme con l’acqua sporca, perché lo strumento del lavoro agile sarebbe stato vissuto dall’ente locale soprattutto come una soluzione emergenziale piuttosto che come un’opportunità di innovazione per stare al passo con i tempi.

«Poi – prosegue Fattori – non si scarichino le colpe sul personale, perché è grave che lo si definisca in certi termini. Con quale senso del rispetto, detto per inciso? Il punto è invece un altro, riguardo a quanto scritto in delibera, perché è l’amministrazione pubblica a doversi dimostrare adeguata nell’organizzare il lavoro rispetto al cambiamento da realizzare».

L’assemblea dei lavoratori
Una questione sollevata anche da Cgil, Cisl e Uil, che hanno convocato l’assemblea dei lavoratori comunali per la mattinata di dopodomani. All’ordine del giorno temi inerenti alla recente delibera della giunta fanese: tutela dei lavoratori fragili, smart working in Comune, diritto alla formazione e organizzazione interna. L’iniziativa si preannuncia piuttosto calda, viste le premesse. Tra le altre cose i sindacati sostengono che per i lavoratori fragili il lavoro agile debba proseguire per legge fino al 31 luglio, se poi non intervengano ulteriori proroghe a causa dell’emergenza sanitaria.

«Durante un seminario online risalente al marzo 2020 – afferma Fattori – sostenni che il lavoro agile era da considerare un’occasione per riorganizzare in modo più moderno ed efficace la macchina pubblica. Ora è il piano nazionale di ripartenza e resilienza a puntare forte sull’esigenza di digitalizzare e innovare, ma da questo punto di vista la delibera è sbagliata, significa che non hai capito quanto sta succedendo, che non ti prepari a sfruttare l’opportunità dei fondi Ue. Ci sono stati errori nel lavoro agile? Va bene, ci può stare, ma non per tale ragione si deve azzerare ogni cosa a prescindere. Si metta invece in campo una strategia, poi la si cominci ad attuare per gradi, magari iniziando da settori prova che si prestano, perché lo smart working non è possibile ovunque».

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