FANO - «Purtroppo ciò che emerge è un criterio vecchio di organizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica». Destano perplessità anche nella maggioranza fanese alcuni contenuti della delibera che dispone il ritorno al lavoro in presenza per tutti i dipendenti comunali, a partire da mercoledì 7 luglio, ed è di carattere culturale, formale e sostanziale la critica formulata da Cora Fattori.
L’impegno sull’innovazione
La consigliera comunale di + Europa sta lavorando da tempo al tema dell’innovazione tecnologica e dei vantaggi applicabili ai servizi per i cittadini e per le imprese.
«Poi – prosegue Fattori – non si scarichino le colpe sul personale, perché è grave che lo si definisca in certi termini. Con quale senso del rispetto, detto per inciso? Il punto è invece un altro, riguardo a quanto scritto in delibera, perché è l’amministrazione pubblica a doversi dimostrare adeguata nell’organizzare il lavoro rispetto al cambiamento da realizzare».
L’assemblea dei lavoratori
Una questione sollevata anche da Cgil, Cisl e Uil, che hanno convocato l’assemblea dei lavoratori comunali per la mattinata di dopodomani. All’ordine del giorno temi inerenti alla recente delibera della giunta fanese: tutela dei lavoratori fragili, smart working in Comune, diritto alla formazione e organizzazione interna. L’iniziativa si preannuncia piuttosto calda, viste le premesse. Tra le altre cose i sindacati sostengono che per i lavoratori fragili il lavoro agile debba proseguire per legge fino al 31 luglio, se poi non intervengano ulteriori proroghe a causa dell’emergenza sanitaria.
«Durante un seminario online risalente al marzo 2020 – afferma Fattori – sostenni che il lavoro agile era da considerare un’occasione per riorganizzare in modo più moderno ed efficace la macchina pubblica. Ora è il piano nazionale di ripartenza e resilienza a puntare forte sull’esigenza di digitalizzare e innovare, ma da questo punto di vista la delibera è sbagliata, significa che non hai capito quanto sta succedendo, che non ti prepari a sfruttare l’opportunità dei fondi Ue. Ci sono stati errori nel lavoro agile? Va bene, ci può stare, ma non per tale ragione si deve azzerare ogni cosa a prescindere. Si metta invece in campo una strategia, poi la si cominci ad attuare per gradi, magari iniziando da settori prova che si prestano, perché lo smart working non è possibile ovunque».