Laboratorio per i tamponi alla facoltà di biotecnologie: «Aiutiamo Asur e imprese»

L'esecuzione di un tampone molecolare
L'esecuzione di un tampone molecolare
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 07:45

FANO - Principalmente è stato attivato per scopi di ricerca, ma il laboratorio Covid allestito dalla facoltà di biotecnologie dell’università di Urbino a Fano ha un risvolto pratico anche in tema di diagnostica molecolare sul virus.

La verifica dei test rapidi
«In questo momento – ha evidenziato il professor Mauro Magnani direttore del dipartimento di scienze biomolecolari – stiamo svolgendo delle attività che riguardano il personale dell’ateneo; personale che prima viene “screenato” con i test rapidi per individuare i casi positivi, quindi questi ultimi vengono sottoposti a una seconda indagine di conferma con il tampone molecolare che risulta di nostra competenza. Questo solleva molto il personale dell’Asur, già oberato di lavoro per lo screening a vasto raggio attuato dalla Regione. Il nostro non è un laboratorio di analisi classico, il cui personale si reca a fare i prelievi. Noi riceviamo i campioni dai medici e dalle istituzioni sanitarie, facciamo l’analisi molecolare e comunichiamo i risultati. In più abbiamo realizzato una convenzione con Confindustria di Marche Nord con la quale ci rendiamo disponibili a diagnosticare i tamponi effettuati dalle aziende con il test rapido per quanto riguarda i casi positivi. In questo caso il vantaggio è il risultato che viene reso noto nella stessa giornata in cui viene fatta l’analisi, fatto molto importante che consente di ottimizzare l’impiego di personale».

Due tecnici al lavoro
Ecco dunque che ancora una volta l’università mette a disposizione il suo personale e la sua competenza a sostegno del mondo economico. Nel laboratorio operano due persone: Anna Casabianca e Chiara Orlandi che sono responsabili della parte tecnica, mentre il professor Magnani è responsabile della parte scientifica. E’ stato l’avvento della pandemia che ha spinto l’università a realizzare questa nuova struttura che svolge un ruolo del tutto pratico e funzionale. «Con spirito di servizio – ha sottolineato il professor Magnani – a sostegno dei lavoratori pubblici», lasciando la mera attività di ricerca al settore primario a cui si è sempre dedicata la facoltà di biotecnologie: quello dell’Hiv e delle altre infezioni microbiche, al di fuori del Covid. Tutto ciò rimane e continua.

Tra l’altro la facoltà ha conosciuto in quest'ultimo anno, ma il progresso è stato costante, uno sviluppo notevole in termini di iscrizioni, motivando a chiudere le stesse anzitempo per non superare gli 80 – 100 posti a disposizione. Rispettate le norme Covid Per tutti gli studenti vengono predisposte attività pratiche di laboratorio, per questo è necessario disporre dei numeri programmati, anche se quest’anno con l’avvento del virus è stato necessario aumentare i turni con un lavoro organizzativo più complicato. Perciò le lezioni si sono tenute oltre che al San Michele anche nella nuova sala del Gonfalone. 

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