La torre Molaroni rischia di crollare, corsa contro il tempo per sistemarla. Case evacuate e strada chiusa

La torre Molaroni rischia di crollare, corsa contro il tempo per sistemarla. Case evacuate e strada chiusa
La torre Molaroni rischia di crollare, corsa contro il tempo per sistemarla. Case evacuate e strada chiusa
di Letizia Francesconi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Novembre 2022, 07:14

PESARO  - Evacuate ieri pomeriggio da vigili del fuoco, protezione civile e polizia locale diverse famiglie in via Luca della Robbia per i danni post terremoto del 9 novembre alla vecchia ciminiera del complesso che ospita il laboratorio della Molaroni Ceramiche. Il rischio paventato dopo le prime verifiche dei vigili del fuoco con il drone era già nell’aria. Sono 15 le persone sfollate che in serata hanno trovato alloggio temporaneo all’hotel Caesar di viale Trieste. Imponente la macchina che si è messa in moto. Avvisate ai citofoni dal civico 3 al civico 21 una dopo l’altra coppie e famiglie hanno messo in un trolley tutto l’occorrente prima di chiudere la porta del loro appartamento. Alle 18 un videomessaggio da via Della Robbia del sindaco Ricci informava cittadini e residenti di che cosa stava accadendo.


I racconti


«Ero rientrata alle 11.30 di ieri mattina- racconta una signora con la valigia in mano - quando ho visto un vero e proprio affollamento di vigili del fuoco nel nostro complesso sul retro, dove è collocata la grande ciminiera. Subito siamo stati allertati e informati del rischio della torre o almeno di porzioni e pezzi a rischio crollo. Purtroppo non ci rimane altro che prepararci in fretta e furia».

Avvisati certo ma l’apprensione per che cosa sarà del loro appartamento è tanta. «Sorpreso? È dir poco- commenta un anziano condomino - Sono rientrato nel primo pomeriggio e ho visto l’intera via chiusa. Per fortuna troverò ospitalità in casa di mio figlio. Certo che non potevamo immaginare che quelle scosse avrebbero messo a rischio il nostro palazzo».

La macchina

Ugo Schiaratura, coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile solo in serata conferma circa 15 persone evacuate e ospitate all’hotel Caesar grazie alla collaborazione con gli albergatori. «Sulle prime i numeri erano più alti - conferma- poi dopo le verifiche e il raccordo con la polizia locale e l’assessore Enzo Belloni, siamo riusciti a contattare e informare l’amministratore di condominio, Cecchini, e ad avere maggiori dettagli.

Ci sono state nel conteggio complessivo anche famiglie che si sono organizzate autonomamente senza entrare nel circuito dell’accoglienza in emergenza ma trovando ospitalità presso i propri figli o parenti. 


La macchina organizzativa


La macchina ha retto e non ci sono state scene di panico o altro. Ma i tempi restano incerti. Il pericolo: «Nel pieno delle operazioni di sgombero- chiarisce il sindaco nel videomessaggio via social- abbiamo contattato la Soprintendente ai Beni Architettonici, dal momento che stiamo parlando di un manufatto di archeologia industriale, utilizzato decenni fa per cuocere le ceramiche dalla fabbrica Molaroni. L’obiettivo è prendere contatto e ottenere da subito l’ok a smembrare e fare abbattere la ciminiera, vetusta, danneggiata e a rischio. Non dovrebbe essere vincolata e ci auguriamo che non si creino lungaggini per fare rientrare al più presto le famiglie sfollate. L’intervento dovrà essere a carico della proprietà privata dell’immobile condominiale. La via nel frattempo resterà chiusa. È evidente che i 20 milioni di euro stimati solo qualche giorno fa non bastano. Abbiamo bisogno di uno sforzo della Regione e dell’aiuto del Governo. Torno per questo a rimarcare la necessità che ci venga riconosciuto lo stato di emergenza».

Il complesso edilizio è amministrato dal gruppo Giorgi-Cecchini e questa mattina il Comune dovrà contattare la proprietà. La perizia stilata dal comando provinciale dei vigili del fuoco è chiara, dopo due giorni di controlli e valutazioni.


Le lesioni


Le lesioni alla struttura sono state tali, rileva la perizia, da evidenziare un reale pericolo di crollo, presentando varie crepe che sono aperte propri dopo le scosse del 9 novembre. A sera ormai inoltrata via Della Robbia, proprio di fronte al Job, aveva un inaspettato aspetto desolato, quasi spettrale. Da residenti e condomini l’appello alla proprietà e al Comune a fare presto.

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