PESARO - Ha il volto svuotato Silvia Di Lena, mamma di Michael Alessandrini. Ieri mattina era seduta come sempre alla scrivania della reception del suo hotel: un via e vai di clienti. Chi arrivava per il soggiorno e chi invece lasciava l’albergo. Nell’ufficio sul tavolo c’è anche la lista scritta in rosso, delle cose che suo figlio ha chiesto di far arrivare da Pesaro al carcere romeno dove attende di essere estradato. Soppesa le parole: «Mio figlio deve pagare per aver tolto la vita ad un altro ragazzo come lui ma chiediamo che siano accertate le condizioni mentali di Michael la sera del 21 febbraio».
Al magistrato romeno Alessandrini ha confessato il delitto dell’amico Pierpaolo Panzieri, poi ha parlato del perchè della sua furia omicida: gelosia per una donna, la 40enne Julia. «La conosciamo bene Julia - riannoda i fili dei ricordi la madre di Michael - la sua confessione mio figlio l’ha fatta di fronte al magistrato romeno.
Con Silvia c’è anche Adriano, un padre sconvolto che non riesce a darsi pace per quello che ha commesso suo figlio. «Non conosciamo però che genere di rapporti, al di fuori dalla conoscenza, Michael avesse con questa donna. Quello che possiamo dire era che, molto spesso, era lei che cercava Michael». Alla domanda diretta se Julia avesse un’amicizia anche con Pierpaolo, Silvia Di Lena, risponde così: «Non lo so. Ogni cosa che potrei dire non sarebbe la verità. Saranno le indagini a chiarirlo, anche perché questa donna dovrà essere sentita dagli investigatori. Io e Adriano chiediamo che non si parli, prima che questi fatti ed elementi siano stati verificati, di una premeditazione in capo a Michael. Paghi per quello che ha commesso. Paghi se ha agito con lucidità, paghi quello che deve pagare, se era in una condizione alterata o di semi infermità mentale o se non era capace di intendere e volere».
La lista: «Ecco le cose che ci ha chiesto Michael, devo ancora andarle a prendere - continua ancora la madre - la crema depilatoria l’ha chiesta per l’impossibilità di radersi la barba o avere con sé oggetti da taglio. Ha chiesto poi del cibo italiano vario, sigari Tartagas da prendere al tabacchi di piazzale Lazzarini, il suo di fiducia, le sigarette morbide che fumava, un accendino e un pennarello per scrivere, la Bibbia una foto dei suoi cani e anche del gatto che aveva salvato e fatto curare dall’Enpa. Michael non vuole per ora parlare con me e suo padre. Forse per il senso di vergogna».