«Fermate l’impianto agrivoltaico a Sant'Angelo in Vado: un gigante a 200 metri dal paese».

Realizzare energia occupando le terre del tartufo

«Fermate l’impianto agrivoltaico a Sant'Angelo in Vado: un gigante a 200 metri dal paese». . Nella foto il terreno scelto per l'impianto agrivoltaico
«Fermate l’impianto agrivoltaico a Sant'Angelo in Vado: un gigante a 200 metri dal paese». . Nella foto il terreno scelto per l'impianto agrivoltaico
di Silvia Sinibaldi
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Sabato 4 Febbraio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 12:46
SANT’ANGELO IN VADO «Non si può realizzare un impianto agrivoltaico a terra per la produzione di energia elettrica di 6,1 mega watt di potenza, occupando una superficie di 75mila metri quadri di suolo agricolo a 200 metri dal paese di Sant'Angelo in Vado, a ridosso della statale 73 di Bocca Trabaria, a pochi metri dal fiume Metauro e dalla cascata del Sasso, settima cascata d’Italia per importanza».  


Il malcontento


La notizia della realizzazione dell’impianto scalda gli animi dei residenti e Luigi Tagliolini - ex assessore provinciale dei Verdi - si fa portavoce del malcontento. «Non è politicamente corretto - sostiene - approfittare di una crisi energetica dovuta a guerre e cambiamenti climatici ormai irreversibili per imporre scelte che danneggiano realtà locali, distruggono terreni agricoli molto importanti per la nostra autonomia alimentare». La premessa è la ferma convinzione tutti sono sostenitori convinti di quanto sia importante produrre energia elettrica da fonti alternative con impianti fotovoltaici, eolici e geotermici rientrano in quel modello di sviluppo sostenibile e rinnovabile, ma: «realizzare un impianto agro-voltaico di grande dimensioni all’ingresso di un paese che dal turismo e dai prodotti della terra “capitale del tartufo”, trae una parte della propria ricchezza è una follia, coprire ettari di suolo agricolo per posizionare pannelli alti tre metri dal suolo, che oscureranno l’immagine di una bellissima città di origine romana, con un patrimonio storico inestimabile, le sue bellissime chiese, un centro storico ancora integro e vivace, una comunità sana e produttiva non può essere calpestata da enti preposti a rilasciare pareri e autorizzazioni senza coinvolgere i cittadini.

Provincia e Regione sono ormai sempre più lontane dai cittadini così come i cittadini sono sempre più lontani dalle istituzioni».

La proposta

La proposta è semplice: ok all’impianto ma in un altro luogo. «Il nostro territorio collinare - aggiunge Tagliolini - ha tante aree incolte, il nostro suolo agricolo è stato abbondantemente massacrato da insediamenti industriali, ricordiamoci che un consumo del suolo esagerato ci ripaga con devastazioni idrogeologiche e ambientali. Una simile decisione non può essere imposta localizzando impianti che arrecano danni ai cittadini, da un investimento di 4 milioni di euro la comunità locale non trae nessun beneficio “solo benefici collettivi” in quanto questi impianti non necessitano di personale se non in piccole unità mentre gli imprenditori e il proprietario del terreno avranno un enorme ritorno economico».


L’altro no


Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale della Lega Luca Serfilippi: «Un deciso no dalla Regione al progetto di impianto agrivoltaico fortemente impattante su un territorio vocato all’eccellenza del tartufo, e rapida definizione delle norme per la regolamentazione dei nuovi impianti di questo tipo. Lo chiede in una mozione Serfilippi, presidente della terza Commissione consiliare Ambiente e Territorio e primo firmatario della proposta di legge regionale che, in assenza dei decreti attuativi nazionali, intende chiarire le regole perché, nel nome del bisogno di energia, non si prescinda dalla tutela di un ambiente che è asset strategico per l’economia dei territori. Puntiamo ad equilibrare la necessità di sviluppare impianti di produzione di energia da rinnovabili con l’obbligo di tutela di beni costituzionalmente riconosciuti quali l’ambiente, il patrimonio storico-artistico, il paesaggio e le aree agricole» – conclude Serfilippi.

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