PESARO - Il messaggio trappola costa al correntista oltre 10 mila euro. Ma il 50enne pesarese è voluto andare fino in fondo e ha presentato ricorso riuscendo alla fine a spuntarla. Il correntista aveva ricevuto un messaggio apparentemente della sua banca che lo invitava a completare delle misure di sicurezza per poter continuare a utilizzare il conto corrente. Così aveva cliccato sul link per inserire le proprie credenziali.
Il giorno dopo era stato contattato da un sedicente intermediario della banca che lo invitava a scaricare una nuova applicazione per gestire il conto.
Per l’intermediario l’operazione non avrebbe presentato alcuna anomalia in quanto era stata autorizzata dal correntista tramite il sistema di identificazione. Ma i dati erano stati carpiti in maniera fraudolenta, così il ricorso è andato avanti. I giudici hanno rilevato la condotta truffaldina dell’intermediario e lo hanno condannato a restituire la somma di 10.200 euro e a pagare 200 euro alla banca.
Come difendersi
L’avvocato Floro Bisello sottolinea: «Questo è solo l’ultimo caso in ordine di tempo. Quello del Phishing è un fenomeno pandemico: in questi anni ho tratto il caso di 30.000 sottratti ad un imprenditore, 18.000 ad una coppia di anziani, 10.000 ad una coppia che doveva sposarsi, con la somma gli serviva come acconto per la casa. Le persone ci cascano a tutte le età, condizioni economiche e sociali perché non adeguatamente informate e perché i messaggi sono ingannevoli».