Pressione sul pronto soccorso per la Guardia medica chiusa. Il primario Gnudi: «La nave affonda»

Il direttore del Pronto soccorso di Marche Nord, Umberto Gnudi
Il direttore del Pronto soccorso di Marche Nord, Umberto Gnudi
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 08:50

PESARO - Trentasei ore continue scoperte nel servizio di Guardia medica di Pesaro per Natale e Capodanno, ossia tre turni di 12 ore dalle 8 di mattina alle 20 del giorno dopo, domani e lo stesso il 31 dicembre; poi, in entrambe le occasioni, un turno notturno coperto e di nuovo 12 ore senza medico nel successivo turno domenicale del 26 dicembre e del 2 gennaio.

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Disservizio per 140mila residenti
È questa la tempesta perfetta che si annuncia per Natale sull’assistenza di continuità e dell’emergenza nel distretto sanitario di Pesaro, un territorio che conta circa 140mila residenti. È il disservizio della postazione di continuità assistenziale di viale della Vittoria 189, che già accorpa le prestazioni delle postazioni di Montecchio e Gabicce Mare chiuse in questo autunno per mancanza di personale.

Dei 28 medici previsti ne restano, secondo i nomi che ricorrono nei turni di dicembre coperti, solamente 8. Il rinvio delle richieste di assistenza nei giorni festivi e prefestivi alla Guardia medica di Urbino e a quella di Fano, molto distanti territorialmente, con l’invito a rivolgersi per le emergenze al numero unico 112 (registrato nel risponditore automatico al numero 0721 22405 e rilanciato dal cartello sulla porta chiusa), finirà per scaricare, in presenza di un’impennata di contagi di Covid-19 in corso, un eccesso di lavoro per patologie minori sul Pronto soccorso di Marche Nord, proprio quei codici bianchi e verdi che secondo i ripetuti appelli delle autorità sanitarie non dovrebbero intasare il presidio dell’emergenza.

Struttura in sofferenza
Un pronto soccorso da tempo in sofferenza, con il personale ridotto all’osso (circa 15 medici in meno rispetto a un anno fa) che in questo periodo festivo è riuscito a coprire tutti i turni solamente con l’aiuto dei colleghi chirurghi, con il direttore Umberto Gnudi e il responsabile del presidio di Fano Giancarlo Titolo al loro posto di lavoro. Un sistema al collasso, che ricorda per certi versi l’emergenza acuta del marzo 2020 quando di fronte allo tsunami dell’insorgenza improvvisa di infezioni di Covid-19 l’azienda Marche Nord si trovò costretta a chiudere per un breve periodo gli accessi al Pronto soccorso alle ambulanze del 118, con la differenza che ora sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia e la crisi riguarda soprattutto quella sanità del territorio che nel frattempo avrebbe dovuto essere riorganizzata per alleggerire il peso del Covid-19 sulle strutture ospedaliere.

«Noi non possiamo mollare»
«Noi non possiamo mollare, al Pronto soccorso qualcuno ci sarà e una risposta alla gente che arriverà sarà data - afferma il primario Umberto Gnudi -, anche se saremo sommersi. Ma la nave sta affondando, noi stiamo continuando a buttare fuori acqua con i secchi però la falla è bella grossa e io non vedo iniziative reali e pratiche per trovare una soluzione, solamente tanta propaganda».

L’assessore regionale alla sanità Saltamartini ha annunciato per Marche Nord 8 assunzioni dal concorso marchigiano di novembre e 5 assunzioni di chirurghi da impiegare anche al Pronto soccorso. Ma, in base alle conoscenze del direttore Gnudi, se dal concorso regionale dovessero arrivare due medici sarebbe un grande risultato. Inoltre, le lettere ai medici della graduatoria del concorso per chirurghi sono state già inviate da Marche Nord ma ancora non è arrivata alcuna risposta positiva. L’azienda promuove 8 nuovi bandi per contratti a termine, tuttavia da questi avvisi in passato non è arrivato alcun rinforzo, mentre nei primi mesi del 2022 l’organico di 25 medici si assottiglierà per altre 3 uscite.

«Siamo veramente allo stremo»
«Noi qui siamo pieni di pazienti in attesa di ricovero - rileva Gnudi -. Gli accessi sono come nel periodo pre Covid ma abbiamo un ospedale meno ricettivo per i posti letto ridotti a causa dei reparti Covid. Stamattina alle 8 (ieri, ndr) tra Pesaro e Fano c’erano 35 pazienti in attesa di un posto letto. Siamo molto provati - aggiunge con molta amarezza - e non vedo una via di uscita. Per il concorso regionale le iscrizioni sono state chiuse nell’ultima decade di novembre. Con una procedura d’urgenza c’era il tempo per discutere questo concorso prima di Natale, almeno avremmo avuto un’idea di quello che sarebbe successo, ma evidentemente questa esigenza non era così urgente perché è stato tutto rinviato a dopo Natale. Ciò vuol dire che, benissimo che vada, qualcuno potrà arrivare da noi a primavera. Ma noi ci arriviamo a primavera con queste forze? Perché siamo veramente allo stremo».

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