Gradara, il Teatro dell’Aria tornerà a volare il 13 giugno. Il progetto futuro è una fondazione

La locandina del Teatro dell'Aria di Gradara
La locandina del Teatro dell'Aria di Gradara
di Nicola Luccarelli
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Giovedì 27 Maggio 2021, 10:00

GRADARA Il Teatro dell’Aria ritornerà a volare anche quest’anno. Il parco realizzato ai piedi del Castello di Gradara dal maestro falconiere Massimo Lanatà, che accoglie circa 120 esemplari, tra cui falconi, aquile, gufi e avvoltoi, provenienti da tutto il mondo, divenuto ormai una delle principali attrazioni del borgo marchigiano, si sta preparando con i suoi spettacoli di falconeria. 


L’apertura è prevista per il 13 giugno, poiché il Teatro dell’Aria è un parco culturale e non un parco tematico o di divertimento, che potranno aprire al pubblico dal 15 giugno e in zona bianca dal 7, come stabilito dall’ultimo Decreto Riaperture. «Non è stato affatto facile mantenere in piedi questa struttura in questo ultimo anno e mezzo – spiega Lanatà -. Fortunatamente il parco è di mia proprietà e lo curo in prima persona a 360’ insieme a mia moglie. Comunque, portiamo avanti anche attività di allontanamento volatili come piccioni, storni, gabbiani e cornacchie, sia per il pubblico che per il privato e grazie anche a questi servizi siamo riusciti, in qualche modo, a tirare avanti». 

«Anche se apriremo a giugno, molto probabilmente, la stagione, quella vera, comincerà solo da luglio, perché gli hotel non stanno ricevendo prenotazioni e se non lavorano gli alberghi non lavoriamo nemmeno noi - sottolinea il maestro falconiere -. Per affrontare al meglio l’estate avremmo bisogno sempre di più di personale qualificato. In tanti sono venuti a chiederci un lavoro, ma la maggior parte non avevano le caratteristiche o abbastanza esperienza e dedizione per cimentarsi in un mestiere come questo, con degli animali particolarmente delicati e non facili da gestire, con cui non bisogna mai abbassare la guardia. Per il momento, tre ragazze che ci stanno dando una mano, sono in gamba, e vediamo come va. Fra qualche anno mi piacerebbe andare in pensione e magari dedicarmi ad altro e vorrei trasmettere la mia esperienza e le mie competenze a qualcuno che possa gestire il parco al fianco di mia moglie quando non ci sarò più, anche perche rimarrà a disposizione del borgo. Infatti, se trovassi le persone giuste vorrei commutarlo in una fondazione e dovrà continuare ad essere considerato uno dei simboli di Gradara». 

«Il mio obiettivo è proprio quello di formare una o più persone che possano prendersi cura dei rapaci e di questa struttura come ho fatto io in tutti questi anni». A proposito di trasmettere delle conoscenze agli altri, la Soprintendenza dei Beni Culturali delle Marche ha fatto un regalo al parco, raddoppiando l’area per fini didattici culturali

«Considerandoci un valore aggiunto per il territorio ed in considerazione del riconoscimento della Falconeria come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, ci hanno concesso una estensione di circa 6000 mq, perché avevo chiesto di poter sviluppare il progetto iniziale, ovvero di realizzare l’Accademia Nazionale di Falconeria, coinvolgendo l’Università di Urbino e di Camerino - conclude Lanatà -.Come ho detto più volte, noi cerchiamo sempre di alzare l’asticella e attraverso il nostro lavoro di dare ulteriore lustro e visibilità a Gradara, specialmente in un momento difficile e di grande incertezza come quello che stiamo vivendo da un anno e mezzo a questa parte».

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