Uccisa a Natale perchè rifiuta un rapporto: il marito alla sbarra, ma il legale rinuncia al mandato

Uccisa a Natale perchè rifiuta un rapporto: il marito alla sbarra, ma il legale rinuncia al mandato
Uccisa a Natale perchè rifiuta un rapporto: il marito alla sbarra, ma il legale rinuncia al mandato
di Luigi Benelli
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 05:20

PESARO - Omicidio di Natale di Gradara, oggi si apre il processo nei confronti di Vito Cangini, l’81enne reo confesso dell’omicidio della moglie Natalia Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Cattolica. Alle 9 si riunirà la corte d’assise del tribunale di Pesaro e a presiederla sarà Giuseppe Fanuli. La procura ha ottenuto un processo con rito immediato ovvero saltando la fase dell’udienza preliminare.

L’avvocato Simone Romano ha rinunciato al mandato nonostante Cangini lo abbia rinominato due volte.

L’accusa è di omicidio volontario aggravato dal grado di parentela. La donna è stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, a cavallo tra Natale e Santo Stefano, con almeno sette coltellate, una delle quali al cuore, cosa che le ha provocato la morte.

La ricostruzione

Prima però la donna ha cercato di difendersi come testimoniano alcuni lividi ed escoriazioni che sono state riscontrate sulle braccia, sulle mani come per parare i colpi e sulla schiena. È stata trovata una ferita anche in una gamba. Dalla ricostruzione fatta da Cangini era emerso che l’uomo aveva trovato il coltello con una lama da 20 centimetri sotto il letto. Coltello messo lì dalla moglie, impaurita dall’uomo. Circostanza da confermare tramite l’analisi delle impronte sul manico. Un rapporto diventato teso perché lui avrebbe detto di voler tornare in Germania dove ha lavorato come saldatore per una vita e di riavvicinarsi ai 4 figli avuti dalla prima moglie. Litigi frequenti tanto che la donna pare abbia dormito fuori di casa per due sere. Ma nella notte tra il 25 e il 26 dicembre era tornata dopo il lavoro. Si è coricata su un fianco. L’uomo ha reagito violentemente ed è scoppiata la lite furiosa per un rapporto sessuale promesso, ma declinato. Lui aveva bevuto molto e preso il Viagra per sostenere la prestazione. Qui il litigio, la colluttazione, e la caduta a terra, poi Cangini l’ha colpita violentemente al petto fino ad ucciderla. Poi, si è messo a dormire col cadavere a terra, in camera, e una volta svegliatosi al mattino ha fatto colazione, ha preso il suo cane ed ha fatto una passeggiata. Ha iniziato a bere e ha confessato l’omicidio prima a un vicino di casa, invitandolo a chiamare i carabinieri. Poi al datore di lavoro della moglie, il suo presunto rivale in amore. Durante la telefonata gli avrebbe detto qualcosa come: «Ho ucciso mia moglie e adesso vengo da te per fartela pagare. Se ho fatto questo è solo per colpa tua». 

La minaccia

Parole di minaccia che hanno portato il ristoratore a denunciare l’80enne per le minacce ricevute. Qui è scattato l’allarme che ha portato i militari a casa di Cangini. All’arrivo a casa nella serata di Santo Stefano, l’uomo ha aperto la porta ai carabinieri e ha subito ammesso di esser stato l’autore dell’omicidio. L’81enne aveva reso due interrogatori, in cui ha confermato il delitto e lasua responsabilità. 

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