Fusione tra Aset e Marche Multiservizi, Serfilippi (Lega) contro il sindaco Gambini: «Attacca e ignora una decisione democratica»

Marche Multiservizi con, da sinistra, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e il consigliere regionale fanese della Lega Luca Serfilippi
Marche Multiservizi con, da sinistra, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e il consigliere regionale fanese della Lega Luca Serfilippi
di Lorenzo Furlani
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Domenica 6 Marzo 2022, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 08:53

PESARO - L’alzata di scudi è stata immediata, centrata sulle ragioni del territorio e sul valore della democrazia, evocando il precedente storico di un assedio militare. Il consigliere regionale della Lega Luca Serfilippi, fanese, reagisce all’intervento del sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, che ignorando la decisione del consiglio comunale di Fano contraria alla fusione di Aset in Marche Multiservizi, ha chiesto un incontro urgente con tutti i sindaci della provincia per discutere dell’aggregazione tra le due aziende dei servizi pubblici locali, proposta dal cda della società pesarese alla fine di gennaio.

«Intempestivo e irrispettoso»
«L’intervento del sindaco Gambini in merito alla proposta di aggregazione tra Aset e Marche Multiservizi - evidenzia Luca Serfilippi - è intempestivo ed irrispettoso dei fanesi, che si sono espressi democraticamente a maggioranza. Viene da chiedersi cosa motivi l’urgenza della discussione addotta da Gambini visto che in 8 anni di sindacatura non si è mai occupato della questione».

Il consigliere regionale della Lega assegna al sindaco di Urbino le vesti storiche di Federico da Montefeltro, che nel 1463 assediò la città di Fano cannoneggiando l’arco di Augusto (di cui fu distrutto e mai più ricostruito l’attico). «Sembra di essere tornati al Medioevo - afferma Serfilippi - quando i signori urbinati cercavano di esercitare il controllo su Fano ricorrendo alle armi. Allora Urbino faceva tuonare i cannoni, oggi, vorrebbe piegarla con il cannoneggiamento delle parole istituzionali così da sovvertire le decisioni del Consiglio comunale, massima espressione del pluralismo politico cittadino, che ha votato a maggioranza perché Aset resti pubblica. Insomma cambiano i tempi e i mezzi, ma non le intenzioni di togliere a Fano la facoltà di essere padrona a casa sua. La città fece quadrato allora come oggi in cui ribadisce le sue scelte trasparenti e rispettose dei programmi di mandato».

Apertura alle collaborazioni
Serfilippi ricorda che Fano è sempre stata disponibile alle collaborazioni, finora nel disinteresse di Mms. «È noto - rileva - che non siamo contrari alle collaborazioni per il potenziamento dei servizi, ma abbiamo detto e votato che l’Aset è e deve restare pubblica.

Se Gambini vuole vestire i panni del novello capitano di ventura per combattere la volontà dei fanesi non ha fatto bene i suoi conti. In ogni caso - conclude il consigliere leghista -, qualora ci fosse l’incontro che Gambini sollecita, in ragione di quella partecipazione societaria che lo legittima a chiederne la convocazione, gli chiederemo di dare spiegazioni del perché Marche Multiservizi non abbia partecipato all’avviso di manifestazione di interesse per la costruzione del biodigestore. Forse perché si trattava di un bando pubblico?».

L’assedio politico
La citazione storica, comunque, appare appropriata perché si prepara un verso assedio alle regioni fanesi della gestione in house, come prova l’annuncio da parte del presidente della Provincia Giuseppe Paolini di un convegno sui servizi pubblici locali, in risposta espressamente all’iniziativa del sindaco di Urbino, organizzato per venerdì 18, alle 15,30, nell’aula magna del Rettorato dell’università di Urbino, in collaborazione con il rettore Giorgio Calcagnini, che curerà la relazione introduttiva.

Un assedio politico che potrà essere spezzato solo da ciò che resta sullo sfondo della reazione di Serfilippi, ovvero la provenienza politica dal centrodestra, che è la stessa parte politica di Gambini, e la verifica regionale sulla gestione dei servizi pubblici locali a partire da quella delle discariche, che nel Pesarese da 5 anni è svolta in deroga alla pianificazione marchigiana. 

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