La "Madonna orante" torna a casa dopo 27 anni: quadro ritrovato al mercatino, poi un lungo processo

Fossombrone, la "Madonna orante" torna a casa dopo 27 anni: quadro ritrovato al mercatino, poi un lungo processo
Fossombrone, la "Madonna orante" torna a casa dopo 27 anni: quadro ritrovato al mercatino, poi un lungo processo
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Venerdì 15 Novembre 2019, 18:43

FOSSOMBRONE - La "Madonna Orante" torna a casa, nella Chiesa della santissima Annunziata di Fossombrone, dopo il furto di 27 anni fa. I Carabinieri della Compagnia di Fano unitamente ai colleghi del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, hanno restituito al Sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, ed idealmente a tutti i forsempronesi, il dipinto della “Madonna orante”, trafugato la notte tra il 30 e il 31 agosto 1992.

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Il dipinto venne però notato per la prima volta dai carabinieri di Fano solo l’8 novembre 1997, quindi  a distanza di oltre cinque anni dal furto, durante gli assidui e discreti controlli da sempre operati in occasione delle mostre e mercati di antiquariato della zona; l’opera apparve quel giorno su di una bancarella del mercato dell’antiquariato in atto all’interno del chiostro del Complesso Monumentale di San Michele a Fano, e da subito i militari ritennero quell’effige sacra piuttosto particolare e degna di approfondimento investigativo. Dalle prime verifiche d’archivio eseguite immediatamente dopo aver notato il dipinto nel complesso di San Michele, non si riuscì però a risalire all’esatta catalogazione dell’opera. Nella circostanza i militari fanesi identificarono comunque il detentore del dipinto, un antiquario di Rimini in trasferta a Fano, mentre i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Ancona avviarono tutta una serie di approfondite verifiche volte all’esatta tracciabilità dell’opera, che, grazie anche al contributo fondamentale del personale della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche  permisero di risalire alla scheda di catalogazione dell’opera, certificandone univocamente la provenienza. Il 18 novembre 1997 il dipinto venne quindi sequestrato presso un’ attività antiquariale di Rimini e dalle indagini emerse che era stato acquistato per 2.000.000 di vecchie lire da un antiquario di Fano, già noto all’epoca alle forze di polizia in quanto coinvolto in altre indagini inerenti furti d’opere d’arte da luoghi di culto. L’antiquario fanese, sottoposto ad indagine per ricettazione, riferì di averlo ricevuto in dono nel 1987 da un sacerdote deceduto già da qualche anno. Le risultanze investigative raccolte portarono alla condanna in primo grado per ricettazione degli autori coinvolti nella vicenda, ma il ricorso in appello e l’approdo del processo in Cassazione hanno di fatto allungato l’iter restitutorio.
Si tratta di un’opera della scuola di Giovanni Francesco Guerrieri, conosciuto anche come Giovan Francesco Guerrieri da Fossombrone nato nel 1589 nella cittadina metaurense, morto a Pesaro nel 1657. Ritengo che si tratti di un’opera di Camilla, figlia del Guerrieri rimasta vicina al padre in veste di collaboratrice

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