PESARO Che manchi ancora un mese abbondante fa poca differenza, perché l’edizione 2022 della tradizionale fiera di San Nicola, fa già discutere. Fra gli ambulanti pesaresi il dibattito si fa vivace. Ad accendere le perplessità c’è il costo del posteggio per le tre giornate di fiera, dal 10 al 12 settembre prossimo, il cosiddetto canone da corrispondere all’organizzatrice Pesaro Parcheggi. «Troppo alto» dicono gli ambulanti. Un effetto a catena dovuto ai rincari generalizzati. Ma è proprio per l’effetto rincari generalizzati che gli espositori della fiera lanciano un appello all’Amministrazione comunale e a Pesaro Parcheggi a contenere le tariffe. Un appello già lanciato nel 2021 da Anva Confesercenti ma si era ancora in emergenza Covid con l’accesso alla fiera subordinato al green pass.
La pec arrivata
«Proprio ieri è pervenuta a noi ambulanti una email pec dalla Blu Nautilus con gli estremi del pagamento del posteggio per lo stand – entra nel merito Giovanni Rinaldi, esercente e referente Anva Confesercenti – il calcolo lascia ben poco spazio all’immaginazione. Un ambulante che ha uno spazio simile al mio, 8 metri per 4 di bancarella, e quindi per 32 metri quadri espositivi, si trova a dover corrispondere oltre 540 euro di occupazione del suolo per esporre e vendere la merce. Una somma, che se suddivisa per le tre giornate, vede un costo giornaliero di circa 180 euro a carico dell’ambulante. Quello che lascia perplessi è la mancanza di un metro di paragone. Mi chiedo quale sia un negozio che in città dal centro al mare di dimensioni simili, si ritrovi caricato un affitto di 180 euro al giorno? Se consideriamo poi le tre giornate, per diversi ambulanti l’importo totale è esagerato e comunque al di fuori delle normali condizioni di mercato.
La penalizzazione
«Già lo scorso anno – prosegue Rinaldi – era stato chiesto di abbassare il canone del posteggio ma la richiesta è rimasta inevasa. A maggior ragione con il rincaro generalizzato dei costi che colpisce tutti ci aspettavamo un aiuto. Noi ambulanti non siamo meno penalizzati di altre categorie dall’inflazione attuale, viaggiamo con dei rincari di oltre il 20 per cento, tutte le volte che ci riforniamo della merce all’ingrosso, per non parlare poi del viaggio e del costo carburante».