FERMIGNANO - Non è una storia strappalacrime («Di vicende come la mia in cui hanno accudito figli, sorelle, fratelli, padri e madri costretti su un letto, in Italia, ce ne sono numerose» sollecita Cecilia).
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Non è nemmeno la narrazione dolce e senza tentennamenti di un effettivo angelo custode al quale le lacrime, davvero poche, sono scese ma solo in momenti di tristezza inarrestabile («non mi sono mai fatta vedere» confessa Cecilia). Non è neppure l’ennesimo apprezzamento e riguardo verso chi, in modo particolare, potrebbe fregiarsi, a diritto, dell’investitura di “eroe” o, nello specifico, di “eroica”. Un termine molto usato in questi tempi di cosiddetta emergenza sanitaria, talvolta a sproposito e talora secondo logica. Cecilia dal 2004 accudisce il figlio Fabio, bloccato sul letto da una grave trombosi: «Ma ora si lascia accarezzare dai nipoti e parla con gli occhi».
«Il tempo è volato via»
“Ordine al merito”, “ordine della Stella”, medaglie al valore... benemerenze della Repubblica. Cecilia ne sarebbe all’altezza, di tutte quante messe in fila ma «non cerco nessuna gratitudine perchè le riconoscenze – aggiunge - debbono venire dal cuore, dalle emozioni profonde, dalla pelle che la si sente vibrare e non da cerimonie». Non vuole farsi fotografare. «Non mi va di apparire, voglio restare nell’ombra. Sto bene così con i miei affetti e senza le grancasse che amplificano il dolore e l’amarezza. Questi 16 anni vicino a Fabio a cadenzare i suoi bisogni e le sue necessità giornaliere mi sono volati che non me ne sono nemmeno resa conto».
Dall’Ogliastra a Fermignano
«Sono sempre ottimista»
Ora qual è il suo desiderio? «Seguire Fabio nel miglior modo possibile, non lo abbandonerò mai anche se c’è la consapevolezza che sto invecchiando ma Andrea si prenderà cura di lui. Uscire? Il minimo indispensabile, non ne sento la necessità. Quando posso mi sprofondo nella lettura dei libri. Sono ottimista e cerco di vedere sempre i lati positivi della vita. Il nostro ambiente famigliare è sereno. Non cerco altro». “Voglio morire, come Welby. Così non è vita” così diceva Fabio nel 2007. «Un recente passato che non è più tornato. Ora Fabio si lascia accarezzare da chi gli sta vicino e sorride come i suoi nipoti, Liam (figlio della sorella Simona) e Sveva».
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