FERMIGNANO - Il Palio della Rana alla vigilia della sua 57esima edizione, potrebbe tenersi, nel weekend dal 14 al 16 aprile ma senza la gara più attesa, “la corsa delle rane in carriola” o, in alternativa, come ha dichiarato il primo cittadino Emanuele Feduzi «con una rana meccanica».
La richiesta
L’ufficio Legale dell’Ente nazionale protezione animali ha formalmente diffidato il Comune, la Pro loco, l’Ast e i carabinieri forestali e chiesto in maniera forte di fermare il Palio della Rana.
In pratica gli scarriolanti o concorrenti che dirsi voglia. Quindi si ravvisa, dal punto di vista temporale, l’ipotetica terza vittoria dell’Enpa per i diritti degli animali e nel caso specifico delle regine degli stagni, dopo il caso, nel 2019, del Palio con «l’utilizzo di rane legate ad un filo» di San Cassiano dei Bagni che si svolgeva in provincia di Siena e quello del 2022 di Civitella Paganico, con una corsa di carriole, spinte a braccia dai contradaioli. L’anno scorso a San Cassiano, per la prima volta – ha ricordato l’Enpa – la gara si è disputata con rane di legno realizzate da un artigiano locale.
Il tracciato
Nella cittadina metaurense la corsa avviene lungo un tracciato tra via Martiri della Libertà e piazza Garibaldi. La diffida, condensata, sottolinea «come la manifestazione rappresenti un utilizzo crudele di questi animali posizionati su una carriola e spinti dai concorrenti della gara. È incredibile, secondo l’ Enpa come ancora si possano concepire manifestazioni che vessano in questo modo degli esseri viventi al puro scopo ludico e ricreativo». Il presidente della Pro loco, Alessandro Pesaresi, sulla vicenda è stato molto laconico ma non del tutto pessimista: «Siamo fiduciosi e in attesa da Roma di notizie confortanti. Tutto questo a causa dei soliti leoni della tastiera». Cosa possa sopraggiungere dalla Capitale non è dato sapersi come, altresì, chi possa celarsi travestito da leone con la tastiera scatenata.
Il batrace non si vende
Il sindaco conferma: «Siamo in una fase di attesa. Ci manca la materia prima: le rane. Nella Regione Marche c’è un buco legislativo che ne regolamenti la pesca. Dove le prendevamo gli scorsi anni non ce le possono rivendere. Stiamo tentando tutte le strade. A Ravenna, in Francia, ma in entrambi i luoghi non possono metterle in vendita perché destinate alla ristorazione. Le abbiamo trovate in Albania dove gli stessi scarriolanti sarebbero disposti andarle a comprare a loro spese vista la passione per questo evento. Tutti tengono alle rane. Chiamerò ed inviterò lo stesso presidente nazionale dell’Enpa per mostrargli che il nostro non è un Palio mattatoio. Dobbiamo fare comunità e mostrare che la realtà è ben diversa da quello rimarcato dall’Enpa e riportato nella diffida».
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