FANO - Hanno raccolto l’appello di una nonna ucraina che abita e lavora a Fano da molti anni, tre amministratori della nostra città appartenenti a diverse forze politiche (comunque sempre liste civiche), decisi di attivarsi personalmente per portare il loro aiuto a chi in questo momento si trova in grave pericolo.
Sono i consiglieri comunali Enrico Cipriani di Noi città, Edoardo Carboni di Noi Giovani e l’assessore al turismo Etienn Lucarelli di Insieme è meglio che partiranno questa sera dalla sede della cooperativa Tre Ponti per recarsi a bordo di un pulmino sul confine tra Romania e Ucraina tra i valichi di frontiera di Porubne e Siret.
Oltre 20 ore di viaggio ininterrotto per prendere a bordo le due figlie della signora che risiede a Fano, la cognata di una di loro e i loro 3 figli di 4,11 e 15 anni in fuga dalla guerra.
Essendo venuti a conoscenza dell’iniziativa, al pulmino dei tre amministratori fanesi si unirà un altro pulmino organizzato da due vigili del fuoco di Pesaro e un’agente della polizia stradale che andranno a prendere due mamme con tre bambini nella medesima località.
L’impresa servirà anche per portare in Ucraina beni di prima necessità, quali cibo, medicine e coperte che chiunque potrà donare depositandoli nella cooperativa Tre Ponti da dove stasera partirà la spedizione per essere consegnati alle autorità presenti al confine tra Romania e Ucraina.
Già alcune donazioni sono state effettuate dall’associazione T 41, dalla protezione civile e dalla Afgi di Francesca Busca, l’associazione che riunisce i geniti di figli disabili. Il ritorno dei pulmini con i rifugiati a bordo è previsto per la serata di giovedì.
«Non potevamo restare inerti – ha dichiarato Enrico Cipriani – di fronte alle notizie sempre più terribili che in questi giorni ci hanno fornito i mezzi di informazione. Io stesso le commentavo a lungo con i miei figli. Poi parlandone con i colleghi del consiglio comunale, ho trovato la stessa concordanza in Etienn Lucarelli ed Edoardo Carboni, i quali si sono resi subito disponibili a farsi pienamente partecipi del progetto. Tutti e tre abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa direttamente e l’occasione non è mancata. Già portare sollievo a una nonna disperata che ha lasciato le sue figlie e i suoi nipotini in Ucraina per noi non è poca cosa».