Rapimento di Silvia Romano, bufera sulla Onlus: tutte le accuse

Rapimento di Silvia Romano, bufera sulla Onlus: tutte le accuse
Rapimento di Silvia Romano, bufera sulla Onlus: tutte le accuse
di Lorenzo Furlani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Maggio 2020, 09:35

FANO - Una tempesta, un uragano si abbatte all’improvviso sulla casa di Africa Milele nel villaggio di Chakama, nel Kenya rurale a 80 chilometri da Malindi, proprio quando il tragico fortunale, annunciato da tuoni e fulmini, che aveva fatto tenere il cuore in gola per 18 mesi, con la liberazione di Silvia Romano sembrava essersi dileguato per sempre. Ma aperto il tempo delle accuse, anche alla Onlus di Fano.



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È fatto di pietre robuste legate con il cemento il fabbricato che ospita le attività della piccola onlus fanese, laddove le costruzioni sono tirate su anche con il legno, il fango e le lamiere in questa terra defilata dell’Africa che era stata un’epifania per Lilian Sora. Una terra non rovinata dal turismo, come lei stessa ha raccontato, senza l’acqua corrente e neanche l’elettricità, salvo quella generata da un recente impianto fotovoltaico, dove la 42enne fanese ha sviluppato il progetto per sostenere l’infanzia, da far crescere senza fame sete e paura, perché i bambini siano tali e non problemi.
 
Fondamenta fragili
Ma questo edificio, munito anche di muro esterno e cancello, ha le fondamenta fragili. E rischia di schiantarsi sotto la forza del tifone originato da Milano, dove risiedono i genitori di Silvia Romano che ora chiedono una verifica delle condizioni di sicurezza garantite della figlia in quel villaggio, e da Roma, dove la procura potrebbe dedicare ai protocolli applicati dall’onlus un approfondimento dell’inchiesta già aperta sul sequestro. Interrogata sul rapimento la stessa volontaria, che era partita con entusiasmo per l’Africa dopo la laurea, avrebbe dichiarato di essersi sentita sola, mandata allo sbaraglio. Certamente il giorno del rapimento era l’unica occidentale in quel villaggio, in violazione delle regole dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aio), che stabiliscono come un volontario debba essere sempre affiancato da un cooperante (professionista retribuito) e da un referente del posto. L’Aio aggrega le organizzazioni non governative (ong), riconosciute in base a determinati standard e controllate dal ministero degli Esteri.
Le differenze
Ma nella cooperazione opera anche una molteplicità di onlus (per esempio, a Fano Apito e Amici del Quilombo impegnati in Brasile, accanto a l’Africa Chiama che è onlus e anche ong e ha entrate circa 13 volte superiori a quello di Africa Milele, per quest’ultima 2018 circa 56mila secondo l’ultimo bilancio pubblicato sul sito web). La caratteristica delle onlus, che non sono soggette ad alcun tipo di accreditamento e hanno un’organizzazione molto flessibile, è l’assenza di un fine di lucro.
Riguardo allo svolgimento dei fatti, la presidente Sora ha dichiarato di essere stata contattata nel 2018 da Silvia Romano - che era già in Africa con un’altra associazione, nella zona rossa di Likoni -, attraverso la pagina Facebook. Ha raccontato di averla incontrata a Malindi e di averla sottoposta, come prevede la procedura segnalata dall’Aio, a un questionario e a un colloquio. Ha aggiunto di averle fatto seguire un corso di formazione a distanza, affiancandola lei stessa in una sorta di stage a Chakama svolto con altri volontari, di cui c’è traccia sulla pagina Facebook dell’associazione nel settembre 2018. Il 5 novembre iniziò l’incarico di Silvia Romano, allora solamente 23enne, come volontaria referente dei progetti di Africa Milele, che non retribuisce i volontari ma paga solo lo staff locale. Sora ha dichiarato che il 20 novembre Silvia era l’unica italiana nel villaggio per un caso sfavorevole (per cui il sospetto di una sorveglianza dei rapitori e di una delazione a Chakama) perché la partenza il 19 dei due volontari che erano con lei non ha coinciso, come programmato, all’arrivo di altri due che li sostituivano perché questi ultimi avevano preso un volo low cost ritardato di due giorni.
Caso politico
Un attacco alla onlus lo sferra il senatore Andrea Cangini di Forza Italia. «A quel che ci risulta - afferma -, Africa Milele di Fano ha disapplicato i protocolli di sicurezza della Farnesina, ha indotto Silvia Romano ad operare in una zona del Kenya considerata ad alto rischio e infatti evitata da tutti i cooperanti occidentali, non ha comunicato al Ministero degli Esteri la presenza in loco di una propria operatrice, non ha fatto seguire a Silvia Romano un corso di formazione né si è premurata di assicurarla per gli infortuni e le malattie».