FANO - Non hanno aggredito solamente i due ragazzi pesaresi nei giardini della Rocca malatestiana, picchiando a sangue quello dei due, il diciassettenne, che li aveva invitati a lasciarli in pace e ad andarsene. Poco prima, a qualche decina di metri, in via della Fortezza, avevano bloccato l’auto con a bordo altri due ragazzi, facendoli ugualmente bersaglio di provocazioni e intimando loro di consegnare un braccialetto e un cellulare.
Violenza gratuita e alcolica
Cercavano una vittima sulla quale scaricare la loro violenza, probabilmente alterati dall’alcol, quel sabato, poco prima delle 20, il capo e i suoi sodali del branco che si è reso protagonista di un episodio senza precedenti a Fano: la brutale e gratuita aggressione di un giovane che era intervenuto solo verbalmente per difendere l’amico diciottenne molestato dal gruppo perché aveva lo smalto nero sulle unghie.
Dopo oltre un mese dalla consegna alla procura della Repubblica di Pesaro del rapporto del commissariato di polizia, che in poco tempo aveva segnalato otto giovani ritenendoli gli autori del pestaggio, si è finalmente chiuso il cerchio delle misure cautelari con l’arresto di tre maggiorenni e di un diciassettenne al fine di evitare la reiterazione dei reati.
Le due rapine, avvenute nel tardo pomeriggio dell’8 maggio nell’area della Rocca malatestiana, hanno proposto lo stesso modus operandi. «In entrambi i casi - scrive nella nota stampa la Questura di Pesaro - il gruppo, i cui componenti risultavano anche aver assunto dell’alcol, ha agito ponendo in essere pesanti provocazioni nei confronti delle giovani vittime, esternando odio nei loro confronti, denigrandone l’aspetto fisico e ricorrendo alla violenza».
Il problema è anche sociale
Le indagini, coordinate dal dirigente Stefano Seretti, hanno consentito di raccogliere vari elementi d’accusa, tra cui i riscontri sull’identità tramite le riprese delle telecamere della zona. Nell’ampio gruppo di una ventina di giovani indicato dai testimoni c’erano anche ragazze, che hanno assistito all’accaduto. Alcuni aggressori qualche giorno dopo erano stati controllati in centro. La vicenda, oltre a un problema di sicurezza, presenta anche profili educativi e di degrado relazionale legati ai giovani immigrati già coinvolti in fatti criminali. Altre aggressioni senza gravi conseguenze erano avvenute in precedenza. Per tutti questi aspetti la vicenda richiede evidentemente anche una risposta di carattere sociale.
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