Palpeggia la figlia minorenne, padre fanese (spesso ubriaco) condannato a 2 anni e 6 mesi

Palpeggia la figlia minorenne, padre fanese (spesso ubriaco) condannato a 2 anni e 6 mesi. Il palazzo di Giustizia di Pesaro
Palpeggia la figlia minorenne, padre fanese (spesso ubriaco) condannato a 2 anni e 6 mesi. Il palazzo di Giustizia di Pesaro
di Luigi Benelli
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 18:04

FANO L’accusa è di quelle pesanti: aver palpeggiato la propria figlia. Ieri la sentenza davanti al collegio di Pesaro per un 46enne fanese accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia ancora minorenne.
Gli episodi contestati sono tre. In una prima occasione, completamente ubriaco, avrebbe visto in casa la figlia con degli amici e amiche impegnati in una cena casalinga. Si sarebbe avvicinato e avrebbe palpeggiato i seni e il sedere della figlia e di una sua amica. Avrebbe anche tentato di baciarla in bocca, ma la 16enne aveva reagito con forza e urlando al padre di non provare a toccarla. In un’altra occasione l’uomo si sarebbe avvicinato alla figlia che era sul divano tentando di baciarle il seno dopo averlo palpeggiato. 
Anche in questo caso la ragazzina aveva allontanato il padre immediatamente e con decisione. Infine un terzo episodio in cui il padre 46enne avrebbe abbracciato la figlia da dietro per toccarle i seni e i glutei. Il tutto in presenza della madre. Oltre ai toccamenti, il clima in casa era invivibile. La ragazzina aveva maturato un sentimento di profonda repulsione verso il padre per quei gesti. Ma lui avrebbe anche sminuito lei e la moglie con epiteti come «Putt…, zoccole».

E ancora: «Fate le valigie e andatevene». Madre e figlia hanno detto basta e hanno raccontato tutto alle forze dell’ordine. Il caso è finito sul tavolo della procura che tramite la pubblico ministero Silvia Cecchi ha aperto una indagine che ha fatto finire il 46enne sul banco degli imputati con l’accusa di violenza sessuale aggravata dal fatto di averla commessa nell’alveo di un rapporto di parentela e dalla minore età della ragazza. 

L'aggravante


Inoltre all’uomo è stata contestata anche l’aggravante di aver commesso il fatto nella condizione di ubriachezza, condizione molto frequente. A settembre del 2021 il Gip aveva anche applicato la misura cautelare di divieto di avvicinamento da parte del padre verso la parte offese, misura revocata.
L’imputato era difeso dall’avvocato Marco Defendini mentre madre e figlia si sono costituite parte civile tramite l’avvocato Carmine Maione che ha chiesto come risarcimento la somma di 50 mila euro. Ieri il pubblico ministero aveva chiesto 2 anni e 2 mesi di reclusione, mentre il collegio ha alzato di 4 mesi la pena condannando l’imputato a 2 anni e 6 mesi. Il collegio ha inoltre stabilito che il 46enne deve corrispondere un risarcimento di 5 mila euro per la figlia e 2 mila euro per la madre.

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