Ricerche con il georadar per riscopire la città antica e misteriosa sotto la piazza

La ricerca della cavità sotterranee con il georadar
La ricerca della cavità sotterranee con il georadar
di Massimo Foghetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Maggio 2021, 12:04

FANO - Cosa si trova sotto la pavimentazione di piazza Venti Settembre? A questa domanda tentano di dare una risposta le introspezioni che a partire da ieri sono svolte dal Comune di Fano, dal Centro Studi Vitruviani in collaborazione con il Cnr, sulla zona archeologica sottostante la piazza, dove già in passato alcuni rilevamenti hanno evidenziato la presenza di cunicoli e arcate di sostegno.

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Il Centro Studi Vitruviani

L’iniziativa è stata illustrata ieri dal sindaco Massimo Seri che dopo le dimissioni di Caterina Del Bianco gestisce direttamente il settore dei beni culturali, dal presidente del Centro Studi Vitruviani Dino Zacchilli e dal coordinatore scientifico dello stesso ente Oscar Mei, docente di archeologia dell’Università di Urbino. Ieri si è dato inizio alle ricerche ispezionando gran parte della piazza con il georadar condotto da Salvatore Piro del Cnr e dalla archeologa Laura Cerri che nella nostra città ha già operato sugli scavi di Porta Maggiore.

«L’obiettivo – ha detto il sindaco – è quello di accertare una volta per tutte quello che si nasconde sotto piazza Venti Settembre che, pur non potendo sovrapporsi con il foro romano, potrebbe rivelare testimonianze della storia di Fano particolarmente importanti, tali da fare il possibile per renderle visibili al pubblico».

I reperti romani

In effetti sotto gli edifici che circondano la piazza sono già stati ritrovati reperti che risalgono all’epoca romana, come i mosaici esistenti sotto il teatro della Fortuna, quelli scoperti sotto palazzo Bambini, dove ha sede il Credito Valtellinese, e la domus venuta alla luce sotto il palazzo dell’urbanistica. In realtà le indagini sono state programmate anche per ragioni di sicurezza, dato che in passato non è mancata l’improvvisa apertura di voragini causata dal peso di grandi automezzi. Il progetto è stato affidato al Centro Studi Vitruviani e quindi redatto dal professor Mei con il coinvolgimento sul piano tecnico del Cnr con il suo istituto di scienze del patrimonio culturale, il tutto nella prospettiva poi di effettuare degli scavi veri e propri, magari iniziando dalla riapertura di quelle gallerie sotterranee che, trovandosi negli ambienti ipogei dei palazzi circostanti sono state tamponate.

Il progetto di Oscar Mei

«Il progetto – ha dichiarato il professor Mei - si inserisce in un progetto più generale sull’archeologia di Fano, dalla preistoria al periodo tardo antico. Grazie all’impiego del georadar avremo una “fotografia” di ciò che si nasconde nel sottosuolo della piazza, con una raffigurazione 3 D di strutture e cunicoli, quale punto di partenza per programmare le indagini future». I risultati di questa prima iniziativa che, comprende anche ricerche di archivio e il collegamento con l’urbanistica antica di Fanum Fortunae, si avranno tra un mese circa. Grazie alle indagini in corso, potrebbero venire alla luce le antiche terme della città, finora mai scoperte, ma ipotizzate grazie alcuni indizi di carattere musivo, come il mosaico del Nettuno.

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