Avances a una 14enne, il giudice non ci crede: assolto un fanese di 36 anni, erano solo messaggi

Avances a una 14enne, il giudice non ci crede: assolto un fanese di 36 anni, erano solo messaggi
Avances a una 14enne, il giudice non ci crede: assolto un fanese di 36 anni, erano solo messaggi
di Luigi Benelli
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Venerdì 28 Aprile 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 16:41
FANO Quei messaggi di lusinghe a una minorenne e l’invito a fumare, finisce a processo per adescamento di minore. Ieri la sentenza. È la storia di un 36enne dell’entroterra Fanese finito davanti al collegio del tribunale di Pesaro per un caso che risale al 2019 (all’epoca aveva 32 anni), accusato di aver corteggiato una minorenne, 14enne all’epoca dei fatti. Secondo l’accusa, rappresentata dalla procura distrettuale di Ancona, l’uomo avrebbe visto la ragazzina seduta davanti a casa e passando con la macchina le avrebbe chiesto di andare insieme a fumare qualcosa. Un episodio incastonato in un contesto di messaggi che lui le aveva inviato in cui le diceva di essersi innamorato di lei.  

Ragazzina che però gli aveva risposto chiaro e tondo: «Sei sposato e hai due figli, lasciami stare». Messaggi visti dai familiari della 14enne e che hanno innescato la denuncia. La ragazzina ha denunciato tutto per mettere fine a quelle avances e ora l’uomo è stato portato davanti al collegio del tribunale di Pesaro con l’accusa di adescamento di minore e di aver proposto stupefacenti in cambio di possibili momenti di intimità.

Per la difesa: nessun contatto fisico

La difesa, rappresentata dall’avvocato Nazzareno Ciucciomei, contesta l’impostazione in quanto non ci sarebbe stata nessuna esibizione di sostanze stupefacenti e i due non sarebbero mai venuti a contatto fisicamente.

L’invito a “fumare qualcosa” per la difesa non fa reggere il capo di imputazione. E che l’adescamento presupporrebbe un approccio per commettere atti sessuali, cosa che per la difesa non aveva fondamento, né era esplicita. Il collegio ha evitato di sentire la vittima per questo difetto di presupposto giuridico. E il pm ha chiesto la derubricazione a molestie. Anche queste per la difesa non potevano configurarsi per il fatto che tutto si sarebbe chiuso in pochi messaggi, senza reiterazione. Il tribunale ha assolto l’uomo con formula piena perché il fatto non costituisce reato. 

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