Fano, operaio morì precipitando da una gru: 2 condanne a 9 mesi per omicidio colposo

Il tribunale di Pesaro
Il tribunale di Pesaro
di Luigi Benelli
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 09:45

FANO - Era morto cadendo dalla gru a Fano, ieri la sentenza per i cinque imputati e le tre aziende a processo per le presunte responsabilità penali e amministrative. Un volo di 24 metri cadendo dalla gru di un cantiere in via Apolloni, in pieno centro a Fano. Pochi minuti prima delle 8 l’operaio era intento nello smontaggio della grande gru quando è precipitato ed è deceduto sul colpo.

La storia

Era morto così il 4 luglio 2016 Gianni Ambrosini, 44enne operaio di Montefelcino.

Ieri la sentenza dopo che un paio di settimane fa il pm aveva avanzato le richieste di condanna per oltre 12 anni e mezzo per gli imputati. A processo con l’accusa di omicidio colposo per violazioni plurime delle normative di prevenzione, Lucia Pierleoni, la titolare della Nef, (difesa dall’avvocato Giulio Maione), la ditta per cui lavorava Ambrosini, il responsabile tecnico e il legale rappresentante della Fm, la ditta costruttrice della struttura, Flavio Sgorbati e Fernando Milanesi (avvocati Roberto Brunelli e Cinzia Fenici), Leonardo Ceccacci, titolare dell’impresa (avvocato Morbiducci) e Francesco Pergolesi, coordinatore della sicurezza (avvocato Monica Nicolini). 

L’imputato deceduto

C’era anche un sesto imputato, il progettista della gru Celestino Fuochi, che nel frattempo è deceduto e per il quale c’è stata l’estinzione del reato per morte sopravvenuta del reo. Il percorso è stato lungo: a processo si è arrivati dopo vari incidenti probatori in udienza preliminare e soprattutto con le risultanze di una corposa perizia richiesta dal Giudice per le indagini preliminari nella quale si era messo in luce che a causare la rottura della barra del parapetto non era stata l’usura, ma una precedente rottura subita dalla gru.
Ma invece di essere saldata, sarebbe stata semplicemente incastrata. Su quella barra si era seduto Ambrosini e il tramezzo aveva ceduto di schianto, facendolo volare di sotto. Uno schianto che non ha lasciato scampo all’operaio.

Le richieste

Il pm aveva chiesto 2 anni e 6 mesi per Pierleoni, 2 anni per Sgorbati, 2 anni e 8 mesi per Milanesi, 2 anni e 8 per Ceccacci e 2 anni e 6 per Pergolesi. Chiesti anche 3 mesi di interdittiva e fino a 150 mila euro per le ditte Nefa (difesa dal legale Mathis Macieri), FM Gru e Ceccacci. Sono già state risarcite per responsabilità presuntiva dalle assicurazioni e da uno degli imputati le parti civili, assistite dall’avvocato Paolo Biancofiore: le figlie di Ambrosini e la moglie. Per questo si sono sfilate dal processo.
Ieri il giudice ha condannato Pierleoni e Ceccacci a 9 mesi con pena sospesa per l’omicidio colposo e assolti per le violazioni alle norme della prevenzione, mentre ha assolto Pergolesi, Sgorbati e Milanesi e sono state escluse le responsabilità per le tre aziende.

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