Maxi evasione da 55 milioni a Fabrizio Abbigliamento: sette rinviati a giudizio, il commercialista patteggia

L'inchiesta è stata condotta pazientemente dalla Guardia di Finanza
L'inchiesta è stata condotta pazientemente dalla Guardia di Finanza
di Luigi Benelli
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 08:54

FANO - Contestati oltre 55 milioni di euro di evasione fiscale, due patteggiamenti e 7 rinvii a giudizio per il caso di Fabrizio Abbigliamento, la grande rivendita con sede a Fano. Arrivano le prime sentenze per il caso esploso nell’estate del 2018 quando la Guardia di finanza aveva effettuato il più grande sequestro di contanti, per evasione Iva, della provincia di Pesaro e Urbino: 15 milioni di euro.

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Protagonista della vicenda giudiziaria l’imprenditore fanese di abbigliamento Fabrizio Giuliani, accusato dalla magistratura di Pesaro di evasione, mettendo in rete circa 100 operazioni per nascondere la somma al fisco.

Il 64enne, uno dei più conosciuti grossisti nel campo dell’abbigliamento, secondo gli inquirenti, aveva una disponibilità in una filiale di San Marino ma anche in varie zone dell’Italia, tramite alcuni prestanomi.

La ricostruzione
L’operazione aveva portato alla denuncia di 11 persone accusate di vari reati fiscali per un totale complessivo di 90 capi di imputazione. Di questi, negli anni una trentina sono stati prescritti, ma viene contestata anche l’associazione a delinquere.

Tra i reati quelli di dichiarazione fraudolenta, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili, omesso versamento di Iva con fatture per operazioni inesistenti. Ieri, il commercialista M. V., difeso dall’avvocato Alfredo Torsani ha definito la sua posizione patteggiando 3 anni e 20 giorni, mentre uno dei prestanome R. D. M. ha patteggiato 8 mesi. Per gli altri sette è scattato il rinvio a giudizio davanti al tribunale collegiale. Il processo inizierà a maggio. Le fiamme gialle, nell’ambito dell’operazione “Grandi Magazzini”, dopo aver recuperato i 12 milioni di euro dall’imprenditore (restituiti allo Stato ndr), avevano ricostruito una vera e propria associazione a delinquere, che è stata in grado di nascondere al fisco un ammontare di circa 55 milioni di euro.

Tre anni fa
Giuliani, aiutato dai 2 complici commercialisti e da vari prestanome, si avvaleva di 12 società con sede a Malta, Dubai, Lettonia e Lituania, che gli permettevano di acquistare tramite un giro di fatture e operazioni false, capi d’abbigliamento “griffati” senza pagare l’Iva. In pratica l’Italia figurava solo come area di stoccaggio, mentre in realtà era la sede della maggior parte delle sue attività commerciali, dove vendeva i capi a prezzi decisamente vantaggiosi nei negozi di Fano, Pesaro, Ancona, Ascoli Piceno, Rimini, Riccione, Civitanova Marche, Sassuolo, Teramo, Mantova e Torino. Per le fiamme gialle 3 anni di lavoro, pedinamenti e rapporti con le camere di commercio italiane ed internazionali. 

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