Fano, evasione milionaria con gli abiti
firmati: maxi sequestri e 11 denunciati

Fano, evasione milionaria con gli abiti firmati: maxi sequestri e 11 denunciati
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Giovedì 21 Giugno 2018, 10:53
FANO – La Guardia di Finanza di Fano ha eseguito un maxi sequestro milionario nei confronti di un pool di aziende accusate di aver evaso le tasse con un commercio internazionale di abiti griffati.
Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente fino a concorrenza di un importo complessivo pari ad euro 15.253.383,00, disposti dall’Autorità Giudiziaria. In particolare, le Fiamme Gialle hanno sequestrato 7.442.582,00 di euro giacenti presso conti correnti di banche siti in Italia e nella Repubblica di San Marino, tramite rogatoria internazionale attivata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, nonché provviste, beni mobili, immobili, conti correnti e quote societarie per ulteriori 4.243.863,00 di euro. Alla luce di quanto sopra, le attività svolte hanno, pertanto, consentito di sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un valore effettivo di euro 11.686.445,00 su un totale complessivo di euro 15.253.383,00. Undici le persone denunciate, dodici sono risultate le società coinvolte (5 estere e 7 italiane) attraverso le quali, con articolati schemi evasivi e fittizie triangolazioni commerciali, perfezionati dal 2008 al 2015, l’associazione a delinquere ha emesso ed utilizzato fatture false “self made” per circa 55 milioni euro.
Tale meccanismo fraudolento è stato portato a compimento proprio mediante la costituzione ad hoc delle società baltiche lettoni e lituane che hanno omesso di dichiarare in Italia materia imponibile per più di 16 milioni di euro evadendo, a loro volta, imposte (Iva ed Ires) per quasi 8 milioni di euro.  In particolare, è stato accertato che le società straniere vendevano capi di abbigliamento “griffati”, in precedenza acquistati in stock dai fornitori ufficiali, ad una società di Fano dove veniva effettivamente concentrata la merce, con l’interposizione di società italiane cartiere “apri e chiudi” che fittiziamente acquistavano e rivendevano la merce agli acquirenti finali a prezzi competitivi, consentendo loro di maturare anche un indebito credito Iva sugli acquisti effettuati.
 
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