Condotta esplosa, la lunga e difficile notte del Flaminio allagato

Condotta esplosa, la lunga e difficile notte del Flaminio allagato
Condotta esplosa, la lunga e difficile notte del Flaminio allagato
di Massimo Foghetti
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Lunedì 20 Luglio 2020, 07:50

FANO  - E’ stata la radice di un grosso albero, penetrando lentamente nel terreno, a comprimere una delle principali condutture dell’acquedotto fanese, fino a provocarne una piccola fessura, da cui poi l’acqua sabato sera è fuoriuscita esplodendo e allagando una larga parte del quartiere Flaminio. La rottura si è verificata in via Federico De Roberto, che unisce via Togliatti a piazza del Popolo. Qui ancora ieri il collegamento era precluso, ma sostanzialmente la situazione era tornata alla normalità. 

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Sabato sera invece, la scena era apocalittica: l’acqua fuoriuscendo con forza dal sottosuolo aveva allagato tutta la via, spingendosi fino al parcheggio usato in modo particolare dai clienti del Conad di via Togliatti; anche parte di quest’ultima era stata invasa dall’acqua, richiedendone la chiusura al traffico, ma i danni maggiori l’allagamento l’ha procurato dal punto in cui si è verificata la falla verso il parco di piazza del Popolo, dove il terreno è in leggera pendenza. Ne hanno fatto le spese in modo particolare due abitazioni, i cui seminterrati sono stati invasi dall’acqua. La rottura dell’acquedotto, avendo interessato un ramo principale della conduttura, ha corso il rischio di sospendere l’erogazione dell’acqua potabile in tutta Fano.

Lanciato l’allarme sono intervenuti i Vigili del Fuoco con le loro pompe, poi è stata la perizia dei tecnici dell’Aset a sezionare il tratto interessato, limitando l’inconveniente a parte del quartiere. Per fare questo si sono dovute chiudere una decina di saracinesche. Il lavoro non è stato facile: dalle 7.45, ora in cui si è verificata l’esplosione, gli operai hanno lavorato fino all’1.30 di notte per tamponare la perdita. L’azienda ha inviato sul posto anche un’autoespurgo per intervenire sulle abitazioni private, oggetto dell’intervento anche dei Vigili Del Fuoco, i quali hanno assistito con le fotoelettriche l’impegno degli operai intenti nella chiusura della falla. L’impianto fognario si è rivelato del tutto insufficiente, infatti, a smaltire la quantità d’acqua che usciva dalla perdita. E’ stato difficile per gli stessi operai rintracciare addirittura i tombini sotto il livello dell’acqua che intorno alle 20.30 aveva raggiunto un’altezza considerevole.

«Il danno – ha dichiarato l’ingegner Marco Romei, responsabile del settore idrico di Aset – si è verificato in una tubatura che non ci aveva dato mai alcun problema. Quest’ultimo non si può addebitare alla vetustà della condotta. Ciò è stato riscontrato anche nel momento in cui il tubo è stato sezionato, verificando che si trovava in buone condizioni. E’ stata proprio la spinta delle radici, appartenenti ad un albero importante, a provocare la lesione. A noi non è restato altro che tagliare la sezione danneggiata e inserire un raccordo; data la pressione e l’allagamento che ne è seguito, è stato un intervento laborioso». 


Nella stessa zona l’Aset aveva già bonificato le tubazioni più piccole, così come è stato fatto a Sant’Orso, prima ancora a Poderino.

Mediamente l’azienda investe 1.300.000 euro all’anno in opere di bonifica dell’acquedotto cittadino. 

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