Morte di Anastasia, lutto cittadino a Fano: la salma della 23enne uccisa torna in Ucraina con madre e figlio

Morte di Anastasia, lutto cittadino a Fano: la salma della 23enne uccisa torna in Ucraina con madre e figlio
Morte di Anastasia, lutto cittadino a Fano: la salma della 23enne uccisa torna in Ucraina con madre e figlio
di Osvaldo Scatassi
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15:31

FANO  La salma di Anastasiia Alashri partirà oggi alla volta di Uzghorod, la sua città natale nell’Ucraina occidentale, al confine tra Slovacchia e Ungheria. La comunità ucraina a Fano le porgerà un ultimo saluto oggi alle 11 nella camera mortuaria dell’ospedale Santa Croce, dove padre Volodymyr Medvid benedirà il feretro. Annunciata la presenza del vescovo Armando Trasarti. Per la giornata odierna è stato inoltre dichiarato il lutto cittadino: in Municipio saranno abbassate a mezz’asta le bandiere dell’Europa, dell’Italia e della città, non è prevista invece la chiusura degli esercizi.

«Credo – ha scritto il sindaco Massimo Seri – di interpretare il sentimento di tutti i fanesi, che sono stati colpiti dalla tragica morte di Anastasiia, una giovane mamma. L’intera città partecipa al lutto e al dolore della famiglia, manifestando il proprio cordoglio in modo tangibile e solenne». Anastasiia aveva 23 anni ed era madre di un bambino piccolo. È stata uccisa il mese scorso, ferita a morte da diverse coltellate. Dopo alcune ore di ricerche disperate, quando appariva sempre più probabile che il loro esito sarebbe stato infausto, il suo corpo senza vita fu trovato nelle campagne a Belgatto di Fano. Il marito della donna, il quarantaduenne di origini egiziane Amrallah Mustafa Alashrj, è ora custodito in carcere a Bologna, accusato di omicidio. Anastasiia torna dentro una bara alla sua terra d’origine, da dove era fuggita nel marzo scorso (in quel momento abitava nella capitale Kiev) per sottrarsi ai rischi della guerra.

Era arrivata in Italia con tante speranze e con il problema, che si sarebbe aggravato nel tempo, di un matrimonio sempre più difficile, conflittuale e declinante.

Lavorava nel ristorante della famiglia Carloni

Anastasiia lavorava come cameriera in un noto ristorante del centro storico, nei ritagli di tempo dava lezioni di pianoforte (aveva studiato musica, un curriculum di prima qualità il suo), mentre il marito era fattorino di una pasticceria: la coppia abitava al Lido di Fano. Quando la tragedia si è consumata, il figlioletto di due anni è stato affidato in via temporanea a una nota famiglia fanese. A ridosso del Natale lo sviluppo riguardante il bambino, che il Tribunale dei minori ad Ancona ha affidato alla nonna materna. Cinquantenne, la donna aveva a sua volta lavorato in città nel settore della ristorazione e ha deciso di tornare a Fano insieme con l’altra sua figlia per tutto il tempo necessario a svolgere le incombenze collegate al caso. Assistita dall’avvocato Roberta Giuliacci, la cinquantenne ucraina aveva infatti chiesto alla magistratura anconetana di potersi occupare del nipotino e di riportarlo con sé a Uzghorod, una città ancora lontana dal fronte della guerra. Al padre del bambino è stata intanto tolta la responsabilità genitoriale. L’atroce morte della giovane profuga ha suscitato enorme sgomento tra i fanesi. Nei giorni subito successivi sono state organizzate una fiaccolata contro il femminicidio, molto partecipata, e iniziative di solidarietà verso i familiari della vittima. Nel pomeriggio di ieri risultava infine che la comunità ucraina avrebbe dedicato ad Anastasiia anche un momento di preghiera nella chiesa del don Orione, alle 14.30 odierne. Osvaldo Scatassi

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