FANO - Alla fine di lecci in piazza Marcolini ne resteranno cinque. Destino segnato per quello secolare che si affaccia su via De’ Borgogelli, a ridosso del villino rosso, mentre verranno salvaguardati i quattro paralleli a via Apolloni più quello che incrocia via De’ Borgogelli, ma dalla parte della casa diroccata, che tra l’altro mantenuta nell’orribile stato attuale andrebbe a sporcare il restyling di quello spazio.
L’ispezione supplementare
Verranno invece espiantati e messi a dimora altrove i tre lecci giovani. Tutto codificato sulla scorta dell’ispezione supplementare disposta dall’amministrazione comunale dopo la levata di scudi degli ambientalisti, che fin dalla prima ora avevano giudicato sconsiderata la decisione di rimuovere tout court i lecci per fare posto a quattro nuove alberature di specie diversa. Dell’esito della verifica sull’apparato radicale delle piante, già emerso in via ufficiosa, l’assessora al Decoro urbano Barbara Brunori ha dato conto nell’incontro con i portatori di interesse. «Dei nove presenti otto hanno un apparato vitale in buone condizioni. Ad uno purtroppo è stata rilevata una strozzatura che lo rende a rischio caduta» ha confermato la Brunori, facendo presente che il rinvenimento nel corso degli scavi «di una cisterna di notevoli dimensioni per la raccolta delle acque non collegata a fognatura» ha posto ulteriori vincoli. E’ stata così inevitabilmente rivisto il progetto di partenza, prevedendo nella nuova stesura «aiuole di dimensioni irregolari così da permettere di salvare l’apparato radicale dei lecci. Aggiunte anche tre isole verdi che denoteranno l’elemento green con una pavimentazione composta da blocchi di arenaria».
La fontana torna al centro
Rispetto al disegno originario ricollocata «in posizione centrale» anche la fontana proprio per effetto «della presenza della cisterna che impone di scongiurare sovraccarichi».
Ambientalisti soddisfatti
«Il risultato ci soddisfa, il metodo no» commenta Claudio Orazi, vice residente di Lupus in fabula in prima linea nella battaglia contro l’eliminazione dei lecci. «Per quello che verrà rimosso solo una prova di trazione avrebbe fornito un’indicazione esaustiva circa la tenuta. E anziché procedere ad un inutile esame visivo, sarebbe stato opportuno eseguirla anche sugli altri» aggiunge Orazi, che rilancia l’esigenza di continuare a monitorare i lecci risparmiati «attraverso verifiche da eseguire entro un paio d’anni per alcuni e per altri entro non più di cinque».