Delitto Bruzzese a Pesaro, ergastolo per i due killer dell'omicidio di Natale

Delitto Bruzzese, ergastolo per i due killer dell'omicidio di Natale
Delitto Bruzzese, ergastolo per i due killer dell'omicidio di Natale
di Federica Serfilippi
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Venerdì 9 Giugno 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 12:33

ANCONA Ergastolo. Pena massima per Francesco Candiloro e Michelangelo Tripodi, accusati di essere i killer di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili davanti a casa sua, in via Bovio, il 25 dicembre del 2018. La sentenza per i due imputati, arrivata con il rito abbreviato, è stata emessa ieri pomeriggio dal gup di Ancona Francesca De Palma, dopo quattro ore di camera di consiglio. Candiloro e Tropodi, entrambi 44enni, sono in carcere dall’ottobre del 2021, dopo le indagini dei carabinieri del Ros. Accolte le richieste di condanna inoltrate dalla procura distrettuale antimafia. Perché, stando all’accusa, quello del 51enne Bruzzese è stato un omicidio legato alla cosca della ‘ndrangheta Crea di Rizziconi, paese a poca distanza da Gioia Tauro. 

 


Il movente


La vittima, stando agli inquirenti, era finita al centro di una vendetta di mafia perché fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio, staccatosi dalla cosca dei Crea nel 2003 e diventato un testimone chiave nei processi contro il clan.

All’epoca delle indagini, la procura aveva parlato di una «vendetta trasversale», maturata a partire dal 2017. A livello logistico è da novembre 2018 che sarebbero però partiti i sopralluoghi nel territorio di Pesaro, per studiare i movimenti e le abitudini di Marcello, sposato e padre di tre figli. 


La pianificazione


In città, i sicari avrebbero girato con due auto (una Panda e una 500L con targhe criptate) oppure a piedi. Avrebbero anche soggiornato brevemente in alcuni alberghi di Pesaro, presentando documenti falsi. In dotazione avrebbe avuto delle sim olandesi abbinate a sistemi software ed hardware crittografati per impedire eventuali intercettazioni. Tripodi e Candiloro sono stati identificati dalla procura come gli esecutori materiali del delitto, ma sarebbero stati aiutati nel supporto logistico dal 55enne Rocco Versace: quest’ultimo, che ha scelto di procedere con il rito ordinario, sta affrontando il processo davanti alla Corte d’Assise di Pesaro. L’accusa è sempre la stessa: concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal fatto di dall’aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso. 
Bruzzese era stato freddato da almeno una ventila di proiettili calibro 9 scaricati da due diverse pistole. Dodici colpi lo avevano raggiunto in parti vitali del corpo, tra cui il capo e il torace. Dopo il delitto, sul selciato davanti all’abitazione era stato scritto “Buon N.”. 
 

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