Strappo di Forza Italia per le elezioni in Provincia: in lista con Pd e M5s. Ecco le reazioni del centrodestra

La sede della Provincia di Pesaro Urbino
La sede della Provincia di Pesaro Urbino
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 6 Dicembre 2021, 10:03

PESARO - A poco più di un anno dalle elezioni regionali che hanno visto nelle Marche la vittoria, per certi aspetti storica, della coalizione di Francesco Acquaroli, il centrodestra già si presenta diviso sul territorio alla prima prova elettorale, seppure di secondo livello: quella per il rinnovo del consiglio provinciale.

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Alleanza regionale monca
Sabato 18 dicembre i consiglieri comunali e i sindaci dei 50 comuni della provincia di Pesaro Urbino (in totale circa 620 votanti) sono chiamati a eleggere 12 consiglieri provinciali.

In lizza ci sono due liste: Provincia in Comune, che vede l’alleanza premiata dagli elettorali alle regionali del 2020 confermata tra Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Civici Marche, e La Casa dei Comuni, nata da un’inedita convergenza tra centrosinistra, M5S e Forza Italia.

Lo strappo del partito di Berlusconi, insolitamente partner dell’intesa piddino-stellata che allarga alla Provincia l’esperienza maturata nel Comune di Pesaro, si è compiuto dopo l’incontro con il presidente della Provincia, Giuseppe Paolini, organizzato dalle segreterie politiche provinciali di Lega, Fdi e Forza Italia per discutere del progetto di una lista unitaria. Istanza che nelle precedenti assemblee del centrodestra, allargate oltre che agli amministratori comunali ai consiglieri e agli assessori della maggioranza regionale, era stata fortemente caldeggiata dal sindaco di Urbino, Maurizio Gambini.

Lo scopo accreditato
Lo scopo accreditato era quello di fare crescere il peso e l’autorevolezza dei sindaci di centrodestra, attraverso la rivendicazione della vicepresidenza della Provincia e di deleghe rilevanti. A questa proposta era stato ribattuto nelle assemblee che la Provincia ha competenze specifiche o possibilità di influenza su temi caratteristici dell’identità politica del centrodestra - come la gestione dei rifiuti, la visione sulle infrastrutture idriche, le relazioni tra le società dei servizi e l’organizzazione sanitaria - su cui è prioritario marcare scelte diverse da quelle del centrosinistra.

Tra chi caldeggiava la lista unitaria c’era anche l’assessore regionale di Forza Italia Stefano Aguzzi, che gestisce le deleghe relative ai servizi di rifiuti, acqua ed energia da sempre appannaggio sul territorio del sistema di governo del Pd. Come referente provinciale di Forza Italia, la vicenda politicamente è stata gestita da Elisabetta Foschi, moglie di Aguzzi e assessore a Urbino della giunta di Gambini, il quale ora si ritrova nella lista, che numericamente è accreditata della vittoria, con gli amministratori di Pd e 5 Stelle, insieme ai sindaci della sua area Fernanda Sacchi di Mercatello sul Metauro ed Elia Rossi di Monte Grimano Terme (3 su 12 candidati).

Le ragioni dell’identità
Difficile credere che non ci saranno conseguenze politiche viste le stringenti implicazioni amministrative. «Per coerenza - afferma Enrico Rossi, sindaco della Lega di Cartoceto - rispetto alle posizioni che in maniera continuativa il centrodestra ha espresso su temi che hanno rilevanti ricadute sulla vita dei cittadini, come per esempio le bollette per i rifiuti e l’acqua, noi della Lega abbiamo deciso di fare una lista in antitesi al centrosinistra».

«Questa spaccatura nel centrodestra - commenta Cristina Cannas, consigliera comunale di Fdi a Tavullia - è un errore madornale, poi ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte. Su un tema come quello dei rifiuti sarebbe stato importante che in Provincia il centrodestra fosse unito, invece così, per la volontà precisa di qualcuno, si finirà per rafforzare le posizioni del Pd». 

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